lunedì 26 aprile 2010

Tassa su internet

   Ragazzi miei siamo all'eccesso, ci rendiamo conto a che punto siamo, è stato proposto di istituire una tassa sulla connessione ad INTERNET (IO DICO CHE NON E' ASSOLUTAMENTE GIUSTO),  in pratica tutti dico tutti noi dovremmo essere tassati per aiutare i giornali cartacei a non chiudere (ma che me frega a me dei giornali), come se non bastassero già i cospicui finanziamenti che già ricevono dallo Stato (che alla fin fine sono sempre soldi nostri). Come se i giornali costassero pochi centesimi e poverini non ce la fanno ad andare avanti, si lamentano che vendono poco. Certo che vendono poco esistono centinaia di testate giornalistiche (tra l'altro ci sono parecchi di questi giornali che dovrebbero essere loro a pagare la gente perchè li legga), quindi tutte queste testate si devono dividere i sempre meno lettori, poi la maggior parte sono orientati politicamente e lo dichiarano apertamente, di conseguenza chi è di idee politiche opposte non comprerà mai quel giornale. Ogni giornale stampa migliaia di copie e poi ne vendono si e no la centesima parte (se non di meno), perchè dobbiamo essere noi a pagare. NON E' GIUSTO.

La soluzione sarebbe una sola chiudere e lasciare pochi giornali ma non politicizzati che dicano veramente le cose come stanno e non con i paraocchi, allora forse avrebbero qualche possibilità di vendere qualcosa in più.

In pratica è come se incolpassero noi che usiamo Internet per il fatto che loro non riescono a vendere i giornali.

E poi ci lamentiamo del taglio delle foreste, che alla fine diventano carta per stampare questi giornali che puntualmente finiscono al macero. Chiudessero sai quanti alberi si salverebbero.

Perchè una qualsiasi altra azienda che non riesce a vendere i propri prodotti deve chiudere ed i giornali invece per non chiudere devono essere finanziati dallo Stato e come se non bastasse devono chiedere anche il nostro contributo (FORZATO). Ma che chiudessero che ce ne frega a noi.

NO, NON E' ASSOLUTAMENTE GIUSTO LEVARE SOLDI A NOI PER DARLI AI GIORNALI. 

Questo articolo e tratto dal sito   http://www.aduc.it/   di cui ne ringrazio i gestori. 

Tassa per chi ha connessione ad Internet per finanziare giornali cartacei? Proposta Fieg. Chi lo pensa... e' bene che il suo giornale chiuda. 

Comunicato di Vincenzo Donvito

22 aprile 2010 15:39

  Il presidente della Fieg (Federazione italiana editori giornali), Carlo Malinconico, per far fronte all'aumentato costo delle spedizioni postali (sono state abolite le tariffe agevolate) dei giornali cartacei, ha proposto che sia istituita una tassa ("un caffe' al mese o giu' di li'") per chi ha la connessione ad Internet. Una tassa provvisoria per dare ossigeno al settore, anche in attesa di una soluzione al problema dei contenuti editoriali utilizzati in Rete dai motori di ricerca.
Chi pensa che questa possa essere la strada per la soluzione dei propri problemi non comprende la funzione della Rete, che non non e' solo una possibile alternativa/concorrenza ai giornali cartacei, ma uno strumento che, a partire dall'informazione, e' interattivita'.
In Italia abbiamo diversi problemi in materia, due i principali:
- si pagano cifre astronomiche per i collegamenti a banda larga, collegamenti che sono di qualita' discutibile, lenti e spesso inesistenti o venduti in modo truffaldino spacciandoli per cio' che non sono;
- il Governo non investe per la diffusione della banda larga. Furono stanziati 800 milioni di euro per rimediarvi. Una cifra ridicola: una decente copertura richiede miliardi di euro cosi' come stanno facendo in altri Paesi. Ma gli 800 milioni sono stati bloccati. Il Governo per ora ha stanziato 20 milioni di euro (gli incentivi entrati in vigore lo scorso 15 aprile): 50 euro per ogni contratto di un 18/30enne.
Ed ora arriva la tassa per la connessione? Cosa succedera' se il desiderio della Fieg divenisse realta'? Ci saranno meno navigatori in Internet e i giornali non avranno risolto i loro problemi economici.
Sul "meno navigatori" sarebbe rispettata la logica che si segue ultimamente in Italia quando non si riesce a far fronte alla domanda: restringere i diritti all'accesso. E' stato cosi' per il diritto a usare la giustizia (38 euro di tributi per un ricorso al giudice di pace contro una multa stradale), sembra che sara' cosi' per gli avvocati (tariffe minime, uso di un legale per quasi tutte le contese, difficile accesso per i giovani alla professione).
Sul "i giornali non avranno risolto i loro problemi". Finita la tassa provvisoria, la stessa diventera' permanente (come quella per la guerra d'Abissinia che ancora grava sul prezzo della benzina) e quindi i giornali saranno sempre piu' dipendenti da contributi statali che, tendenzialmente, stanno sempre piu' diminuendo. Al prossimo venir meno di una prebenda cosa faranno? Forse e' meglio che chi fa proposte del genere chiuda subito il proprio giornale e si dedichi ad altro.

 

venerdì 23 aprile 2010

Mi manchi

  Questa bellissima canzone e cantata da Fausto Leali, l'ho ascoltata innumerevoli volte eppure ogni volta mi mette i brividi adosso, ascoltatela.

P.s. prima di far partire il video bloccate il sottofondo musicale, cliccando sulla riga a fianco.

sabato 17 aprile 2010

La sporchia

sporchia2.jpg

Questa foto è tratta da  http://www.summagallicana.it/lessico/o/orobanche.htm  , in fondo al post troverete altre foto (le foglie verdi in sottofondo non sono dei legumi, ma foglie di edera)

Ripropongo questo vecchio post, perchè ora è il momento giusto, ora sta uscendo "LA SPORCHIA", provatela.

Prima pubblicazione 22.01.2010.

La SPORCHIA, una pianta infestante delle fave, dei piselli e di altre leguminose (per la verita possono anche nascere in posti dove in anni precedenti erano piantate leguminose, nella foto in testata per esempio è nata in mezzo a delle piante di Edera, non è una cosa normale), i nostri avi ed i nostri genitori per generazioni hanno combattuto con tale pianta, estirpandola e bruciandola, cercando così di limitare i danni che provocava alle coltivazioni, non sapendo che tale pianta come tante altre è commestibile ed è anche molto gustosa.

Ho letto da qualche parte sul web che questa pianta ha un alto contenuto di ferro e tra l'altro è un ottimo depurativo del sangue, tonico cardiaco, combtte le infezioni intestinali, la gotta, l'artrite, il diabete (non posso garantire che sia vero).

 Io personalmente l'ho assaggiata per la prima volta qualche anno fa, fatta in frittata (con le uova) nello stesso modo come si fa con gli asparagi (di cui ne ricorda il sapore) ed ora ne sono un entusiasta estimatore.

L'anno scorso (mese di novembre) un conoscente mi disse "ancora perdi tempo a piantare le fave?, non ti costa meno se le compri? ", io gli risposi ridendo "mica metto le fave per se stesse io semino le fave per raccogliere la sporchia", rimase a bocca aperta, anche lui non aveva mai sentito che la sporchia era commestibile.

Se volete provarla abbiate l'accortezza di raccoglierla appena spunta dalla terra, quando è ancora bianca o giallognola (cosi è molto più tenera e saporita, non lasciate che diventi marrone è troppo amara) scalzandola con una zappa o un palettino. Buon appetito.

Leggete l'articolo qui sotto, solo a guardare la foto mi è venuta l'acquolina in bocca.

P.S. Non venitevi a fregare la mia sporchia altrimenti mi arrabbio di brutto. 

Questo articolo è stato tratto dal sottonotato sito, di cui ringrazio gli amministratori.

http://bari-sud-valle-itria.mondodelgusto.it/2009/05/09/sporchia-orobanche-prelibate-nel-sud-barese/

 sporchia.jpg

"Fantasie di Cucina Mediterranea e di Arte Gastronomica Pugliese"; da pianta parassita nei campi a vera prelibatezza sulla tavola - 

"Il contadino non deve sapere, quanto è buono il formaggio con le pere"; ma anche quanto buona è la "sporchia", come è chiamata, in dialetto, nel sud-est barese.

In realtà, "qualcuno ha tradito questo segreto", poiché la "sporchia", è ormai gelosamente raccolta e commercializzata dai coltivatori di fave, in quanto sempre più conosciuta e pregiata.

L'abbondanza di "sporchia" negli anni di scarsa notorietà, rimane per tutti quelli che l'hanno vista affermarsi sulla tavola, un piacevole ricordo che mitiga solo in parte il rammarico di vederla sempre più riservata alle tasche "pesanti".

C'è da dire che nel tempo, l'uomo, anche nelle piccole coltivazioni, adottando sistemi e metodi sempre più invasivi che permettono di lavorare la terra sempre più in profondità e con l'impiego di diserbanti e antiparassitari, ha compromesso la loro spontanea ricrescita dato che i semi, in infiorescenza liberati nell'ambiente in grandi quantità, potrebbero essere vitali per parecchi anni e raggiungere notevoli distanze per mezzo dell'acqua e del vento. 

Appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae, genere Orobanche, (dal greco orobos = legume e ànchein = soffocare), la specie "Orobanche Crenata" è quella che predilige in particolare le piante delle fave; in italiano è denominata "Succiamele delle Fave".

Si tratta di una pianta erbacea priva di clorofilla, parassita poiché nasce e si alimenta di linfa sottratta alle radici delle piante delle fave.

Il suo turione è privo di foglie, con spigatura crenata che si apre in infiorescenza al bianco-violaceo, rendendola non commestibile;  pertanto, dal momento in cui viene colta, è bene evitare di tenerla per lunghi periodi al caldo o in luoghi poco aerati per ridurre al minimo il fenomeno di infiorescenza.

Il rimedio alle "notti agitate" dei grandi coltivatori di fave, era in origine l'estirpazione e in taluni casi l'essicazione e la messa al fuoco delle piante; si tenga conto che, l'azione di queste piante parassite, ha per conseguenza il progressivo indebolimento e il ridotto sviluppo di quelle parassitizzate, con conseguenti danni al raccolto.

Con il passar del tempo, la povera manovalanza agricola che la combatteva nei campi, soprattutto per necessità, ha imparato a scoprirne il suo tipico sapore dolce con retrogusto amaro, utilizzandola sempre con maggiore frequenza nella propria alimentazione.

E' così che una minaccia è diventata "risorsa"; alimento della povera gente, oggi vera e propria prelibatezza dei menù tipici del sud barese. 

Appare nei mercati ortofrutticoli, nel periodo tra aprile e maggio con le "comari" fave novelle, fedeli compagne di viaggio nel periodo di crescita. 

In ogni caso, prima di qualsiasi tipo d'impiego, la "sporchia" va dapprima lessata, previo risciacquo approfondito, necessario per rimuovere a fondo i granelli di terra trattenuta dalla peluria che la ricopre, non prima di aver reciso la parte inferiore, generalmente più dura.

Farla bollire per cinque minuti circa, per un'adeguata cottura e tenerla in un contenitore per un paio di giorni circa, con frequenti ricambi d'acqua per "spurgarla" delle tossine che la rendono in origine particolarmente amara. Infine, strizzarla delicatamente, per fare in modo che sia eliminata l'acqua trattenuta. 

Così, può essere impiegata:

  • Condita con aglio fresco, alcune foglioline di menta, sale e olio extravergine d'oliva; di frequente sa farsi preferire alla portata che accompagna, divenendo in pratica, un contorno "piacevolmente invadente";
  • Fritta o Impanata al forno; per entrambi valgono le comuni quanto personali abitudini di preparazione e d'uso.

Il suo impiego gastronomico, sembra limitato alla nostra zona del sud barese, nonostante sia una pianta diffusa in tutto il centro-sud, isole incluse; saremmo lieti pertanto, di ospitare chiunque voglia approfondire la conoscenza di tale specialità gastronomica e siccome non è "buona usanza" presentarsi a mani vuote... "poche parole a buon intenditore".

 foto: Angelo Manghisi 

---------------------

 Alcune foto fatte da me ad una pianta di sporchia (nata da poco) raccolta questo pomeriggio nel mio terreno (il sottofondo è un foglio di carta per non sporcare il tavolo di terra). Per ingrandire le immagini premere CTRL e cliccare sopra col mouse.

sporchia 1.JPG

 Particolare della cima, molto più grossa di un asparago coltivato.

 

 

 

sporchia 2.JPG

 Pianta per intero.

 

 

 

sporchia 3.JPG

 

Pianta rapportata al metro 25 cm. dalla cima alle radici, nella piena maturità queste piante possono arrivare anche a 70-80 cm. di altezza, a quel punto la pianta di leguminosa vicina sarà già sicuramente morta.

 

 

 

sporchia 4.JPG

Particolare dell'imponente apparato radicale, notevole per una pianta cosi piccola.

 

 

 

 

giovedì 1 aprile 2010

Chi è CAROLEMICO?

 

 

Carolemico  è un uomo di 60 anni, 1,82 di altezza, oltre 100 kili di peso, un uomo di 60 anni nel cui corpo si agita da sempre l'animo di un ragazzo di ventanni, giocoso, solare, sempre pronto al gioco e allo scherzo, autoironico, spensierato, scavezzacollo, un pò sognatore, un poco incosciente come può essere un giovane di 20 anni, ama la buona tavola e la cucina dai sapori forti, beve moderatamente solo durante i pasti, non beve liquori, fuma tanto quello si (maledetto vizio, mi dispiace, si mi dispiace non per la salute tanto quella in un modo o nell’altro va via ugualmente, mi dispiace per i soldi spesi e che continuo a spendere, se fossi riuscito a mettere da parte tutti i soldi che ho speso e quelli che spenderò in tabacco mi potrei comprare almeno due appartamenti).

Si, ho qualche piccolo difetto anche io, uno di questi (se difetto si può chiamare) è quello di non avere due facce, o sto zitto o dico le cose così come le penso su tutto e su tutti; se sono convinto di avere ragione in qualcosa non ci sono santi che tengano; se sono in dubbio su qualcosa metto avanti la parola forse, poi mi informo, se avevo torto chiedo anche scusa, ma se avevo ragione  riparto alla carica a testa bassa come un toro. 

Lo so non sono perfetto, ma che ci posso fare, mi hanno fatto cosi, mica è colpa mia, anche se volessi cambiarmi oramai è passato troppo tempo per cui la garanzia è già scaduta e non mi cambierebbero più. Quindi o mi tenete cosi oppure peggio per voi.

Ma anche se sono una persona sempre giocosa e scherzosa (gioco e scherzo su tutto), mi considero una persona seria.