Sinclair ZX81 Sharp MZ731


Quanti di voi hanno già sentito o sanno il significato della parola “retrocomputing”?, pochi credo. Con il termine appassionati di retrocomputing si indica una cerchia di persone che amano collezionare o a cui piacciono gli home computer costruiti e venduti negli anni 80, tipo Sinclair, Commodor, Sharp, Atari, Amstrad, la serie MSX e altre marche meno conosciute. La maggioranza di queste persone (come lo sonno io), sono persone che hanno usato tali macchine o sono stati i loro primi computer, da cui ha avuto origine la loro passione per i computer e l’informatica in generale. Era un periodo tutto particolare quello degli anni 80 per i computer ed i loro possessori o aspiranti tali, a partire dai primi Sinclair, si apriva un mondo nuovo che per la gente comune era affacciarsi ed essere partecipe della nascente branca dell’informatica di massa, insomma dei veri e propri pionieri dell’informatica in generale. Ogni computer aveva un suo particolare diverso dagli altri, per ogni possessore il suo era il migliore, si aspettava con ansia l’uscita di ogni nuova rivista di informatica (ne esistevano decine e decine di testate, alcune dedicate altre generiche) per cercare i listati di programmi (la maggioranza nei vari tipi di linguaggio Basic) che potessero girare sul proprio apparecchio, si cercava di modificarli e migliorarli, di modificare ed adattare al proprio programmi di altri computer. Si tenevano d’occhio le vetrine dei vari negozi (sorti come fughi), nell’attesa o nella speranza che uscisse qualche espansione o optional dedicato alle varie macchine, vicino a questi negozi si creavano capannelli di appassionati che si scambiavano idee, programmi e opinioni riguardo ai vari computer, si stringevano amicizie (non esisteva ancora Internet come la conosciamo oggi), chi aveva un modem (erano di una lentezza paurosa) ci si poteva collegare solo a delle banche dati a pagamento. C’era chi provava a costruirsi da solo delle espansioni seguendo le istruzioni di qualche rivista. Riuscire a modificare un programma o a costruirne uno di sana pianta era una fonte di enorme soddisfazione che andava alle stelle se il programma passato ad amici e conoscenti veniva trovato buono. Si cercava addirittura di smembrare lo stesso linguaggio macchina del Basic o addirittura di riprogrammare la stessa Rom, per carpirne e capirne i segreti. Ogni nuovo programma da poter smanettare ogni nuovo listato da scrivere era una fonte di nuove emozioni. Ho ancora diversi libri di linguaggio macchina e di programmi vari di quel periodo. Da allora di computer ne ho avuti diversi. Il mio primo computer, fu un Sinclair ZX81, il secondo fu uno Sharp MZ731. Nel 1986, feci il salto di qualità, passai ad un Ibm compatibile (allora si diceva cosi), per l’epoca un super computer dalle caratteristiche (oggi ridicole), monitor a colori; montava un microprocessore 8088; scheda video EGA; scheda audio; hard disk da 20 Mb (una scatola immensa, se smontavi i coperchi li potevi usare per cuocere la pasta); floppy disk da 5 e mezzo a 333 Kb; floppy disk da 3 e un quarto a 750 Kb; velocità 8 e 16 mega hertz; usava il Dos 3.1; GWbasic e comprato a parte il Windows 3.11. Spesi per quel computer (la piccola cifra di) 3 milioni e mezzo di lire, che facendo il rapporto al valore attuale ci si potrebbero comprare quattro o cinque computer buoni. Oggi, anche se uso un computer di ultima generazione, non ho pìù la soddisfazione e le emozioni che provavo su quelle prime macchine. Ecco da cosa parte e nasce la mia passione per il “retrocomputing”. Oggi, i tanti appassionati si ritrovano tanto nella vita reale (in appositi eventi ed esposizioni) quanto in quella virtuale sui newsgroup it.comp.retrocomputing, it-alt.comp.folklore, per lo scambio di informazioni ed esperienze, e free.it.annunci.usato.retrocomputing e it-alt.comp.retrocomputing.annunci, per scambiarsi materiali. Questi sono solo alcuni link, ma basta inserire in un qualsiasi motore di ricerca la parola retrocomputing e ne troverete altre centinaia. Fateci un giro ne vale la pena, chissà che non venga anche a voi la mania del retrocomputing.
Il Sinclair ZX-81
Il mio primo computer, era il Sinclair ZX-81, anche se chiamarlo computer è un aforisma, eppure nel suo piccolo funzionava ed anche bene. Esistevano già dei veri computer come l’ IBM, l’ Olivetti e altre marche, ma non erano certo alla portata di tutte le tasche, 4-5 milioni, a quell’epoca erano un capitale. Il Sinclair ZX-81, costruito nell’anno 1981, fu il primo computer alla portata di tutti. Piccolo e compatto, senza tasti, aveva una tastiera a membrana, ogni tasto aveva varie funzioni, le connessioni esterne, erano una presa per collegare l’alimentatore esterno, una presa per collegare il registratore audio, un’uscita per collegarlo a una TV e una presa per le espansioni che andavano collegati direttamente sulla scheda madre. La formula vincente del Sinclair ZX-81 fu oltre al prezzo abbastanza abbordabile, anche il fatto di essere uno dei primi a uscire sul mercato. La forma e la grandezza lo facevano assomigliare più a un giocattolo che a un computer, il Sinclair ZX-81 era dotato di un microprocessore Zilog Z80 e una versione di BASIC sviluppata appositamente e implementata su Rom, aveva una Rom da 8 Kb, una Ram da 1 Kb (proprio cosi non è uno sbaglio 1 Kb, oggi fa ridere), testo 24x32, grafica 64x44 in bianco e nero.E' certo che lo ZX-81 segnò l'inizio del boom dell'home computer, entrando in possesso anche di chi, incuriosito da questi nuovi strumenti, non voleva investire cifre esagerate: la disponibilità di manuali e successivamente parecchie riviste sia dedicate che generiche su cui si potevano facilmente reperire vari listati di programmi in Basic, la gente comune poteva prendere contatto con un mondo a loro sino a quel momento precluso, avendo così contatti con l’informatica ed il mondo della programmazione, direttamente nel proprio focolare domestico, era il regalo adatto ad un ragazzino (nessuno avrebbe mai permesso ad un ragazzino di 10-12 anni, o anche meno, di mettere le mani su un Ibm, un Olivetti o altri, che per la maggior parte si potevano trovare solo negli uffici ed anche di un certo rilievo), questo e altri piccoli apparecchi del genere hanno accompagnato e favorito la crescita e la coscienza di molti dei futuri programmatori, utilizzatori, appassionati e anche costruttori di computer. Negli Stati Uniti fu venduta una versione identica al Sinclair ZX-81 col nome di Timex 1000. Con il Sinclair ZX-81, Sir Clive Sinclair, arrivo al successo e alla notorietà, ne furono venduti una marea, bisso il successo con la creazione dello Spectrum, ma purtroppo la sua fortuna comincio decadere a cominciare dal lancio del Sinclair QL, un computer innovativo e superbo per l’epoca anche se con alcune pecche. Il Sinclair ZX-81, è stato il mio primo contatto con l’informatica. Lo ho ancora, unitamente ad una espansione Ram da 16 Kbit, un plotterino che stampava su carta termica argentata, diversi programmini su audio cassetta e alcuni libri dedicati. Lo ricordo ancora con affetto e nostalgia.
Lo SHARP MZ-731 Personal Computer
Nel novembre 1982 la SHARP ditta giapponese iniziò a vendere il suo Personal Computer serie MZ-700, ne vendette molto pochi per la verità. Il mio era l’ MZ731, i maggiori handicap che portarono alla scarsa diffusione di questo (seppur per l’epoca ottima macchina) computer, furono, la scarsa o per nulla pubblicità (al contrario della pubblicità fatta per i contemporanei Sinclair Spectrum e il Commodor 64, quest’ultimo pubblicizzato in maniera addirittura ossessivo), in conseguenza della scarsa diffusione del prodotto, le case produttrici di software la ignorarono quasi del tutto, per cui la maggior parte dei programmi che si trovavano in giro erano auto prodotti; ma il maggior difetto (e fu un grosso sbaglio da parte della casa costruttrice) di questa pur ripeto ottima macchina era la scarsa capacita della sua grafica (80 x 50 pixel, 8 colori), anche per tale motivo fu snobbata dalla maggior parte dei compratori, per la verità, alcuni anni dopo una piccola ditta privata, mise in commercio una espansione grafica che ne portava la capacita grafica (se non pari anche superiore allo Spectrum ed al Commodor) se ricordo bene andava oltre 640x480 pixel (non era neanche tanto costosa, purtroppo ne vendettero pochissime unità, se questa espansione fosse stata implementata nella macchina stessa sin dall’inizio le cose sarebbero andate ben diversamente) ma ormai il danno era fatto, il mercato era ormai saturo e la cosa mori li un vero peccato. Poco tempo dopo cominciarono ad incalzare gli Ibm compatibili che sancirono la definitiva morte degli home computer, ci fu un colpo di coda col vano tentativo di invadere il mercato con la serie degli MSX compatibili (compatibili solo sulla carta), ma non funziono, ma questa e tutta un’altra storia. Ho ancora da qualche parte in qualche cartone coperto dalla polvere, il mio MZ731 (purtroppo ormai defunto a seguito di un incidente, mi ci cadde sopra del liquido), col suo registratore su nastro, il suo plotterino a colori; ho ancora le sue varie espansioni, la stampante dedicata; il floppy esterno da 5 e un quarto; la sua espansione grafica. E ho ancora centinaia di programmi su cassetta su floppy disk e su carta. Un altro dei vantaggi di questo computer era la facilita con la quale si poteva passare dal Basic ad altri programmi, appena acceso, mostrava solo il monitor su Rom (8 Kb), qualsiasi programma volevi usare lo dovevi caricare avevi cosi la possibilità di sfruttare appieno la sua Ram da 64 Kb. Oltre al Basic in dotazione alla macchina su cassetta audio, esisteva diverso software tra cui:- S oftware: various Basics, Disk-Basics and Basic-compilers, CP/M, Pascal, Assembler, Disassembler, LOGO, Fortran, Forth, Wordstar/Mailmerge, D-Base II, Multiplan, CAD, and tons of utilities and games. nozioni di base diversi, disco-base e della base-compilatori, CP / M, Pascal, Assembler, Disassembler, LOGO, Fortran, Forth, WordStar / stampa, D-Base II, Multiplan, CAD, diversi tipi di Basic, molte utilità e giochi vari. L’alimentazione della macchina era direttamente dalla rete, al contrario delle altre che usavano alimentatori esterni. Come tutti, si poteva usare il televisore di casa, oppure comprandolo a parte si poteva usare un monitor. Come lo Spectrum e tanti altri, il suo microprocessore era uno Zilog Z80A (3,5 MHz), il top per l’ epoca su quel tipo di macchine. Era molto più veloce delle macchine sue concorrenti. Grafica a colori. Porta RS232. Tasti programmabili dall’utente. Optional 26, 40, or 80 characters per line, and likewise, beautiful 4-coloured graphics can be printed.Il plotterino stampava a 26, 40 o 80 caratteri per riga, stampe a colori (nero, blu, rosso e verde). Come tutte le macchine di fascia bassa dell’epoca, registrava i dati su un registratore audio, a meno che non esistesse opzional, un floppy disk esterno. Altoparlantino interno. Audio 3 canali o 1 canale 3 ottave. E’ rimasto nel mio cuore.