sabato 30 gennaio 2010

La donna ne sa una più del diavolo

Si dice che la donna ne sappia una più del diavolo, sara poi vero ma chissa?, in effetti le donne sono capaci di macchinare le trame più inpensabili ed in quanto a furbizia non sono certo da meno.

Esiste da tanto tempo il detto che la donna ne sappia una più del diavolo, ma quanti sapevano il perchè di questo detto?, vi racconto qui di seguito la storiella che diede origine a questa frase.

Si racconta che tanto tempo fa c'era una donna a cui si presentò il diavolo il quale pretendeva la sua anima, la donna gli disse "facciamo un giochetto se riesci a vincere ti darò la mia anima altrimenti mi darai un'enorme ricchezza, gioventù, bellezza, vita eterna ed andrai via per sempre", il diavolo acettò dicendo "io sono il diavolo chi vuoi che mi possa superare", allora la donna prese un pelo del suo pube e disse al diavolo "prendi questo pelo devi riuscire a farlo stare dritto senza romperlo se ci riesci vincerai", il diavolo comincio ad armeggiare con il pelo, cercando di farlo stare dritto, lo girava rigirava lo tirava lo lisciava , ma nulla quello invece di stare dritto si arricciava sempre di più, alla fine dai e ridai il pelo si ruppe.

Si dice che quella donna sia ancora viva da qualche parte a godersi la sua enorme ricchezza, gioventù e bellezza.

Non so se sia una storia vera o meno, io la sentivo raccontare quando ero ancora ragazzino.

 

martedì 5 gennaio 2010

Che figura di merda

 

Che figura di merda 

Una sera d'estate del 1970, io e altri tre amici ci trovavamo in Roma, tirava un venticello fresco (il ponentino cosi viene chiamato a Roma) che era una bellezza ed era piacevolissimo stare per strada, ce ne andavamo cosi in giro senza meta, come si dice cazzeggiando, ammirando le bellezze sia architettoniche che femminili che offriva la città. Ad un certo punto uno degli amici dice "Ragazzi che mal di pancia, fate rumore o qualsiasi altra cosa che devo scoreggiare, non ce la faccio più", allora chi batteva i piedi chi le mani e tutti e tre intonavamo a squarcia gola la canzone, O sole mio, "Aahh finalmente mi sentivo scoppiare la pancia" dice l'amico di prima. Facciamo per riprendere a camminare ed in quel momento sentiamo alle nostre spalle una voce "Aue o sole mio, per il rumore va bene l'avete coperto, ma per la puzza come la mettiamo?, ...tacci vostri, ma che vi magnate li cani morti, proprio mentre mi trovavo sotto vento, sti stronzi", ci giriamo e vediamo a circa un metro da noi un vecchietto con l'aria schifata che con una mano si teneva il naso e con l'altra mano agitava un bastone come se ce lo volesse dare in testa. Poveraccio, si era preso in piena faccia la sbuffata della scurreggia-loffa dalla puzza cadaverica del nostro amico.

Che figura di merda.

Non ci rimaneva altro che scappare a gambe levate prima che il vecchietto ci facesse assaggiare veramente il bastone. E si proprio una bella serata di merda da ricordare.

sabato 2 gennaio 2010

I Prezzi delle merci

I Prezzi delle merci 

L'altro giorno leggendo sulla rivista Focus un articolo riguardante gli aumenti dei prezzi e le strategie del mercato, mi è venuta in mente una storiella che mi raccontava mio nonno quando ero ragazzino, dunque un signorotto locale voleva comprarsi un nuovo cappello, siccome all'epoca in paese non vi erano negozi specializzati si reco in una città vicina, trovato un negozio di cappelli vi entro e prese contatto col negoziante al quale spiego il tipo di cappello che voleva, il negoziante gli mostro un cappello, il cliente lo guardo e lo rimiro, lo provò si guardo allo specchio poi chiese quanto costava, il negoziante rispose "Questo costa due lire, comunque ne abbiamo altri migliori", il cliente si riguardo il cappello e disse " Si è buono ma vorrei qualcosa di migliore", il negoziante gli fece vedere una altro cappello, il cliente ripetè lo steso rituale, poi "Questo quanto costa?", il negoziante "Questo costa tre lire", e il cliente "Non avete qualcosa di meglio?". La storia andò avanti cosi varie volte sino ad arrivare al prezzo di 10 lire. Ma il cliente non era ancora contento, voleva ancora qualcosa di meglio. Il negoziante che aveva capito il tipo gli disse "Aspettate un attimo nel retro bottega ho della merce speciale arrivatami da poco che non ho avuto ancora il tempo di mettere sui scaffali del negozio, ne vado a predere uno", rivolto alla moglie disse "Fai compagnia al signore mentre io vado a prendere il cappello", detto questo si reco nel retro, prese un cappello più scadente del primo che aveva fatto visionare al cliente, lo mise in una bella scatola e lo portò al cliente dicendogli "Questa è una serie speciale, proprio perché è lei le faccio un prezzo di favore, ma non glielo posso dare a meno di 20 lire", il cliente dette un'occhiata alla scatola si mise il cappello in testa e rimirandosi allo specchio disse "Si questo mi piace è proprio quello che stavo cercando". Pago le 20 lire senza fiatare e usci tutto soddisfatto portando via il cappello.

Una volta uscito il cliente la moglie del negoziante disse al marito "Ma come gli hai rifilato un cappello da una lira per 20 lire?", ed il marito rispose "Ce ne fossero di più di clienti-polli come quello, ricordati moglie mia che se non ci fossero i fessi non camperebbero i furbi".

Morale il cliente-pollo aveva pagato il cappello per venti volte il suo valore ed era andato via contento.

Oramai noi oggi siamo tutti cosi, dei clienti - polli, guardiamo solo al prezzo, un vestito, un paio di pantaloni, una maglietta, delle scarpe e qualsiasi altra merce tra cui anche i generi alimentari, guardiamo più al prezzo che al vero valore, più costa più è buono, solo perché la pubblicità martellante ci dice che quella roba e buona o chi non compra quella tal marca non è una persona in, chi compra roba di sottomarca o che costa poco è solo uno sfigato. Non pensiamo che la pubblicità con cui ci fanno il lavaggio del cervello e ci fottono, alla fine la paghiamo noi stessi al momento che compriamo quella merce e cosi ci fregano per due volte.