L'altra notte ho fatto un sogno strano. Mi sono ritrovato nell'antica Grecia, al seguito del grande filosofo Platone e dei suoi numerosi seguaci e discepoli, visto che stavo li ho pensato bene di approfittarne e mentre ci trovavamo tutti seduti su delle panchine di pietra (sistemate a forma di mezza luna) di fronte a lui gli chiesi "maestro mi potresti dire da chi è stato creato l'uomo?, perchè siamo nati?, perchè siamo stati creati? e qual'è il senso della vita?", la risposta fù "attendi il tuo turno come gli altri e con altri e sappi attendere", ed io come gli altri è con gli altri mi misi ad attendere, non so quanto tempo, giorni?, settimane? forse mesi?, non saprei dirlo. Intanto come era d'uso, dormivamo nella casa del maestro, provvedevamo alla pulizia della casa, alla preparazione dei pasti, accudivamo agli animali, coltivavamo dei terreni annessi alla casa, insomma provvedevamo in proprio a tutto quanto occorreva per mandare avanti la nostra comunità (vi erano persone di tutte le età e di qualsiasi estrazione e ceto sociale, persino alcune donne e anche gente di colore, in tutto forse più di un centinaio di persone). Come sempre dopo il pasto della sera, ci riunivamo tutti attorno al maestro seduti sempre nello stesso ordine e come sempre uno è solo uno (come uno solo aveva la sua risposta) rivolgeva una domanda al maestro il quale rispondeva sempre "attendi il tuo turno come gli altri e con altri e sappi attendere", poi si rivolgeva ad un'altro e dava la risposta alla sua domanda (che magari era stata rivolta mesi prima, come facesse a ricordarsi chi gli aveva rivolto la domanda è cosa gli avesse chiesto era un mistero), la risposta era come sempre impeccabbile ed esauriente. Dopo la risposta del maestro si passava a parlare dell'andamento della comunità e di altre cose meno importanti. Alcune volte il mattino successivo chi aveva ricevuto la sua risposta andava via ed il suo posto era subito occupato da un altro.
Una sera finalmente giunse il mio turno, il maestro rivolto a me disse "comincerò con il rispondere prima alla tua domanda più semplice e cioè perchè siamo nati, siamo nati perche i tuoi, i nostri genitori cosi hanno voluto (insomma faceva intendere che eravamo nati perchè i nostri genitori non si erano fatti i cazzi loro). L'uomo è stato creato da una grande divinità il cui nome è proibito pronunciare pubblicamente. Questa divinità ha creato le creature umane solo per cibarsi delle loro emozioni, del loro dolore, delle loro pene, le loro ansie, le loro paure e anche delle loro gioie.
Quindi il senso della vita è questo, esistere perchè questa divinità possa cibarsi delle nostre emozioni come noi ci cibiamo degli animali e delle piante".
Il mattino dopo presi la mia roba ed andai via, mentre camminavo pensavo al significato di quelle parole.
Il suono della sveglia mi strappo dal mio sonno, ma quelle parole continuavano ancora ad echeggiare nella mia mente.
Cosa voleva dire quel sogno?, perchè l'avevo fatto?, e se fosse stato un sogno rivelatore?, e se il senso della nostra vita fosse veramente questo?, e perchè dopo vari giorni continuo ancora a pensarci?, possibile che un semplice sogno mi sia rimasto cosi impresso?
Cosa ne dite?
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