domenica 28 dicembre 2008

sabato 27 dicembre 2008

I rischi nel mangiare carne

Questo articolo è stato tratto dal sito http://www.disinformazione.it/. Mentre leggevo mi è venuto il mal di stomaco, pensando a tutto quello che ho mangiato questi giorni. Certo che se solo la decima parte di quello che dice e vero poveri noi.

I rischi nel mangiare carne
 “Io non mangerò mai più carne finché il mondo esiste”. I Cor. 8:13.
"L'estrema avversione che alcuni adulti e molti bambini mostrano nei confronti della carne di ogni tipo, è attribuita da Fitch ad una tendenza atavica, cioè al

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venerdì 26 dicembre 2008

Natale 2008

 

Natale 2008-1.jpgNatale 2008-2.jpgNatale 2008-3.jpgNatale 2008-4.jpgNatale 2008-5.jpg

 

 

 

 

 

 Per ingrandire le immaggini, tenere premuto sulla tastiera ctrl e far scorrere la rotella del mouse.

martedì 23 dicembre 2008

per studenti bocciati

Per i studenti bocciati, ho trovato la soluzione come possono giustificarsi, leggete tutto.

Se non avete passato gli esami ecco il motivo!!

Tipico anno per uno studente.

1) DOMENICHE. Ci sono 52 domeniche in un anno,
sapete bene che la domenica si riposa...

365-52=313 giorni rimanenti.

2) VACANZE ESTIVE. Per circa 75 giorni fa veramente
molto caldo e studiare è difficile.

313-75=238 giorni rimanenti.

3) DORMIRE. 8 ore al giorno di sonno, fanno

365 x 8 / 24 = 120 giorni circa.
238-120=118 giorni rimanenti.

4) SPORT. 1 ora al giorno per praticare sport fa
bene alla salute!

365 x 1 / 24 = 16 giorni circa.
118-16=102 giorni rimanenti.

5) MANGIARE. 2 ore al giorno per
mangiare-masticando per bene!

(365 x 2) / 24 = 31 giorni circa.
102-31=71 giorni rimanenti.

6) RELAZIONI. 1 ora per le chiacchiere-l'uomo è
un animale socievole!

(365 x 1) / 24 = 16 giorni circa.
71-16=55 giorni rimanenti.

7) ESAMI. Ogni anno ci sono almeno 30 giorni in
cui si danno esami-non si studia!

55-30= 25 giorni rimanenti.

8) MALANNI. Una persona normale passa circa 10
giorni all'anno in cui non si sta molto bene.

25-10=15 giorni rimanenti.

9) FESTIVITA'. Pasqua, Pasquetta, Pentecoste,
Ferragosto 1° Maggio, Liberazione, Repubblica,
Natale, S.Stefano,S.Silvestro, Capodanno, Immacolata,
Ognissanti.

Totale 13. 15-13=2.

10) ONOMASTICO. Non vorrai studiare il giorno del
Tuo onomastico!!!

2-1=1.
..quel giorno è quello del tuo compleanno: 'Come
puoi anche solo pensare di studiare quel giorno!!!'
Bilancio definitivo: 0 giorni rimanenti.
Se hai passato l´esame: complimenti, deve essere stata
davvero dura!!!
Se non hai passato l´esame: non ti preoccupare, è normale!!!

Questo pezzo e stato tratto dal sito http://www.bastardidentro.it/

babbo natale

A proposito di Babbo Natale, guardate queste immagini che ho trovato su  www.bastardidentro.it/ 

bn1.JPG

 

 

 

 

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sabato 20 dicembre 2008

Fichi mandorlati

I FICHI MANDORLATI

 

  I fichi, c’è stata una violenta diatriba e tanto fumo senza arrosto tra l’attuale amministrazione di centro-destra e l’opposizione di sinistra (arrivando addirittura allo scontro politico), riguardo ai fichi, sul tema, se bisognava chiamarli come è giusto, al singolare fico o fica, il fatto è che per fico si intende l’albero, mentre il frutto si chiama giustamente fica (si lo so a qualcuno potrebbe sembrare un po’ volgare, ma la dizione giusta è “fica”), all’ora l’amministrazione per evitare strumentalizzazioni, cambio il nome della festa in onore di questo succulento e dolce frutto da “festa della fica mandorlata” in “festa del fico mandorlato”, sbagliando secondo me la dizione, bastava mettere "Festa dei fichi mandorlati" e si tagliava la testa al toro. Allora dicevamo la fica mandorlata, è un’antichissima tradizione locale di cui se ne  sconosce l’origine, forse e arrivata nella penisola con gli stessi Messapi (gli antenati del popolo salentino), quanto lavoro, tempo e tribolazioni per ottenere qualcosa che in molti hanno definito un dolce a se ed una delizia per il palato, qualcosa con cui il cioccolato non regge il confronto ne per dolcezza ne per aroma. Chi non li a mai mangiati non può giudicare. Vi racconto quanto ricordo da ragazzino (quasi 50 anni fa) quando vedevo e aiutavo i miei nonni a preparare questi succulenti frutti, nel periodo in cui si raccoglievano i fichi dalle piante (periodo estivo) si dormiva in campagna nel trullo, ci alzavamo all’alba ci armavamo di panieri (una specie di cesto con il manico) e di un arnese chiamato in dialetto “cuerch” (era fatto da un ramo a forcella da cui veniva tagliato a circa 10-15 dall’attaccatura uno dei due rami, rimaneva una specie di gancio, serviva per abbassare i rami più alti), si raccoglievano dalle piante i fichi più grossi e maturi, quando la quantità raggiunta sembrava sufficiente, i grandi,  si armavano di un coltello molto tagliente e aprivano i fichi (dalla parte di sotto) senza far staccare le due parti (insomma, le due parti rimanevanno attaccati dal picciolo, la parte con cui il frutto è attacato al ramo), man mano che venivano aperti li passavano a noi ragazzini che li sistemavamo in ordine sulla “scjaia” (era una specie di tavoliere o se vogliamo tipo zattera fatta di canne seccate, ripulite e tenute assieme da del filo di ferro zincato), una volta che la “scjaia”  era piena, si metteva al sole per permettere ai fichi di seccare, rimanevano cosi per diversi giorni avendo cura di rigirare spesso le fiche una per una perche seccassero in modo uniforme, la notte o di giorno se minacciava pioggia bisognava accatastare le “scjaie” e coprirle perche non prendessero umidità o acqua altrimenti si poteva rovinare il prodotto. Una volta che i fichi erano seccati a dovere, si passava a farcirli, si metteva in ogni metà della fica il frutto di una mandorla (i frutti delle mandorle venivano precedentemente tostate al forno) e alcuni semi di finocchio selvatico o un pezzettino di buccia di limone o entrambi a seconda dei gusti, dopo veniva coperta con un’altra fica aperta e schiacciate leggermente per fare aderire le due parti, man mano che venivano finite, le fiche venivano sistemate in delle grosse teglie di lamiera dalla forma rettangolare, finito tutto questo lavoro, le teglie venivano messe nel forno a legna che si trovava a fianco del trullo (dopo aver cotto il pane, questa non lo mai capita, perche dopo il pane, forse l’aroma del pane che rimaneva nel forno si combinava con le fiche o perche il forno non fosse troppo caldo, boh), si chiudeva il forno col suo coperchio e si lasciavano (bisognava girarle ogni due o tre ore) li sino alla mattina dopo. Al mattino si apriva il forno (si sprigionava un odore inconfondibile che si sentiva per centinaia e centinaia di metri) si aspettava che i fichi si raffreddassero un poco e venivano sistemati in recipienti di vetro o catini in terracotta smaltati che poi venivano ben chiusi. Quelli erano i nostri dolci preferiti. Ne ho mangiato a quintali. Per la verità era una tradizione leggermente caduta in disuso anche per il troppo lavoro dovuto alla preparazione, ma da alcuni anni anche grazie all’interessamento dell’ammistrazione comunale, se ne è incentivata la produzione e la commercializzazione anche fuori dal territorio comunale. Perciò gente assaggiate almeno una volta nella vita i FICHI MANDORLATI, non sapete cosa vi perdete, provare per credere. Pero attenti, occhio al diabete, sono una bomba calorica. 

Vedi anche questo post

http://carolemico.myblog.it/archive/2010/08/25/fiera-fico-mandorlato-2010.html

lunedì 15 dicembre 2008

Il gatto

gatto1-1.jpgIl gatto, uno dei migliori amici dell'uomo
Dolce ma riservato, intelligente ma non obbediente, autonomo ma bisognoso di cure e di affetto, ama la casa ma anche stare fuori. Domestico ma anche selvatico. Forse per questo spesso non lo capiamo, così continuano a girare sul piccolo felino, dicerie e luoghi comuni che non hanno fondamento scientifico, ecco perché...
Solitario e schivo in natura, il gatto (Felis catus) in casa ama la compagnia. Ma anche quando vive per strada nelle nostre città, crea colonie in cui condivide il territorio con altri suoi simili. Un comportamento che probabilmente ha imparato vivendo a contatto con l'uomo. Si affeziona solo alla casa e non al padrone, è opportunista, non si fa mai male perché casca sempre in piedi, non obbedisce quindi non è intelligente e qualche volta porta pure sfortuna. A chi non è mai capitato di sentir parlare in questo modo dei gatti! Eppure secondo alcune stime (fatte sulla vendita di cibo e accessori) in Italia ci sarebbe una popolazione di 7 milioni e mezzo di gatti “casalinghi”, quasi quanti sono i cani che vivono in casa. Anche se è molto difficile avere dei dati precisi, poiché non esiste una vera “anagrafe” dei gatti. È infatti una specie che si sta addomesticando proprio in questi decenni - un periodo brevissimo nei tempi lunghi dell’evoluzione - e che mantiene alcune caratteristiche dell’animale quasi selvatico, libero. E nonostante la “massiccia” presenza in famiglie e cortili, il gatto è ancora poco conosciuto e, quel che è peggio, su di lui sopravvivono ancora dicerie e luoghi comuni tutti sbagliati... È solitario. Il gatto, Felis catus, viene definito un animale solitario dagli etologi, gli studiosi del comportamento animale. Questo significa che per sopravvivere non ha bisogno di stare in società, cioè in un gruppo organizzato. Insomma, il gatto selvatico (parente stretto del nostro micio di casa) caccia e vive da solo. A parte il momento dell’accoppiamento. Ma questo, anche in natura, vale soprattutto per i maschi, perché la gatta ha invece dei lunghi periodi di socialità: quali la nascita, l’allevamento e l’educazione dei piccoli. I gatti che abitano in città invece, maschi e femmine, vivono in colonie e tra loro hanno rapporti diversificati di amicizia, indifferenza, antipatia, proprio come avviene tra gli esseri umani. Le gatte inoltre, allevano e custodiscono insieme i loro piccoli, in una sorta di asilo nido. Il gatto ha quindi bisogno di socialità, di rapporti e di affetto. Per questo se ne parla come di un animale di tipo “relazionale” (ossia bisognoso di rapportarsi agli altri). Ci sono naturalmente differenze anche tra loro: esistono gatti più o meno estroversi e più o meno interessati ai propri simili e agli esseri umani. Un po’ dipende dall’”indole” ma molto deriva dalle esperienze che hanno fatto nei primi tempi di vita. In particolare i primi due mesi sono fondamentali, ma in realtà il gatto impara fino al primo anno di vita, quando diventa “maggiorenne”, un giovane adulto. Se in questa fase ha avuto delle buone esperienze, sarà più disponibile a situazioni nuove. Viceversa sarà più “scontroso” e timoroso.
Ma ci sono anche differenze tra gli esseri umani: alcune persone sono più capaci di relazionarsi ai gatti. Non dimentichiamo che è sempre un rapporto a due.

di Anna Mannucci 4 dicembre 2007

 gatto2-1.jpg  Come cane e gatto? I gatti sono coccoloni e affettuosi e spesso legano anche con gli altri animali di casa. Come dimostra questa foto di un nostro lettore. © Sphinx (per vedere altre foto  di questo lettore clicca qui)

Questo articolo e tratto dal sito http://www.focus.it/, il sito ufficiale della rivista Focus.

 

giovedì 11 dicembre 2008

videogiochi

Bsppl127-1.jpgVideogiochi fanno bene agli anziani

Games di strategia allenano parti cervello indebolite da eta'

(ANSA) - ROMA, 11 DIC - I videogiochi di strategia in cui si devono costruire o governare nuovi mondi migliorano l'intelligenza degli anziani, afferma studio Usa.Il risultato di un esperimento condotto dall'Universita' dell'Illinois e pubblicato sulla rivista Psychology and Aging dimostra che ad essere attivate dal gioco sono proprio quelle performance cognitive che piu' si indeboliscono con l'eta', capacita' di programmare e memoria a breve termine e questo allenamento mentale potrebbe salvaguardare alcune funzioni.

martedì 9 dicembre 2008

Banca della Memoria

La Banca della Memo­ria è un progetto nato dall'iniziativa di quattro giovani torinesi, che da cir­ca un anno si sono dedica­ti a raccogliere le testimo­nianze, i ricordi, le emozio­ni e le storie degli anziani italiani. Precisamente ven­gono trattati e narrati i na­ti prima del 1940. Storie di vita spesso condi­zionata dalla Grande Sto­ria: le guerre, le battaglie, le malattie, ma non solo; la quotidianità, non per questo meno dura e difficile: il du­ro lavoro nei campi, gli sten­ti per nutrirsi; ma anche le gioia: le feste di paese, i gio­chi per strada, la prima te­levisione, la vita in famiglia. Storie di vita e di vissuto, espresse per la prima volta sotto forma di immagini: brevi racconti di 5 minuti raccolti e divulgati in rete con modalità gratuita sul sito www.bancadellamemoria.it. Con Banca della Memoria l'obiettivo è che gli anziani possano arrivare ai giova­ni attraverso l'utilizzo del loro linguaggio più diretto e più facilmente usufruibi­le, internet, recuperando co­sì il ruolo che solo in que­sto ultimo secolo avevano perso, quello di essere fon­te e veicolo di esperienza, conoscenza e saggezza. Perché questo progetto vuo­le essere rivolto in partico­lare ai giovani, ovvero co­loro che più di tutti devono diventare i destinatari del­la memoria e i custodi dell'esperienza. I filmati sono realizzati in gran parte dalla redazione, ma l'intenzione è quel­la di interagire direttamen­te con gli utenti. È possibi­le infatti inviare filmati e te­stimonianze raccolte in ter­mini di flusso spontaneo attraverso il caricamento da parte degli utenti stessi (upload), oppure inviando una videocassetta o un DVD alla redazione stessa, che provvederà in seguito a montare e diffondere la testimonianza. Dal lancio del progetto, lo scorso 15 giugno, il sito, che oggi conserva e diffon­de 350 filmati, riceve quo­tidianamente dalle 700 al­le 1000 visite, in costante crescita. Un successo che alimenta la previsione di diffondere il progetto an­che all'estero. Non per ul­timo, Banca della Memo­ria vuole inoltre essere ca­ratterizzata da una forte connotazione etica. L'utile di gestione del sito, deri­vante dal contributo di sponsor, sarà infatti intera­mente devoluto ad associa­zioni a sostegno della ter­za età. 

Articolo di Franco Nicola, della redazione di “Banca della Memoria”.  

Questo articolo è tratto dal n.8 della rivista Vitattiva, edita dalla Fap Acli.

Questa si che è veramente una bellissima iniziativa. Un plauso e tutta la mia ammirazione agli amministratori e creatori del sito http://www.bancadellamemoria.it/  per aver avuto e per portare avanti una simile iniziativa. E’ una iniziativa che sarebbe bello seguire e copiare nel nostro piccolo centro di San Michele, sarebbe veramente bello conservare le memorie dei nostri vecchi, siano essi espressi su video o anche su carta, è un vero peccato lasciare che vada perso, sprecato, un simile bagaglio culturale. Per fare un esempio stupido, e come se ci comprassimo un nuovo computer e con esso buttassimo via tutti i programmi e i file che erano in esso installati, non credo che nessuno farebbe una cosa del genere. Per cui perché perdere, buttare via la memoria, le esperienze (siano pure esse esperienze o ricordi sia positivi che negativi) dei nostri nonni?. Tali ricordi dovrebbero essere conservati addirittura in strutture come le biblioteche pubbliche (oltre che internet) e poter essere consultati da chiunque ne abbia voglia. Comunque, date un’occhiata al sito per farvene un’idea.

Ricordiamoci del detto:- Se il giovane sapesse e se il vecchio potesse.

 

I trulli

1398364926.JPG I TRULLI

Altra costruzione tipica della zona e il " TRULLO ", molto diffuso nelle campagne,  il trullo è una costruzione realizzata con pietre a secco poste l’una sull’altra a formare una specie di cono capovolto. Venivano intonacati ed imbiancati a calce all'interno,  mentre nella parte esterna alcuni venivano lasciati in pietra viva ed altri imbiancati sempre con calce (sono quelli che hanno più fascino) ma non dovrebbero essere mai intonacati o cementati dalla parte esterna (cosa che sta avvenendo solo negli ultimi tempi), perdono la capacità di traspirazione e diventano umidi e freddi. Sull’isola di Creta, sono state scoperte alcune antiche costruzioni che assomigliano in modo particolare a dei trulli, sarà un caso?, comunque costruzioni a forma di trullo sono state rinvenute in tantissimi altri posti, in Turchia per esempio esiste un villaggio antichissimo, fatto di costruzioni (in maggioranza di fango) a forma di trullo. Particolarità molto importante del trullo è il fatto di essere molto fresco d’estate e caldo d’inverno (posso garantirlo di persona in quanto vi ho dormito diverse volte),  (questa particolarità è dovuta al tipo di pietra usata, una pietra calcarea, la quale ha la capacità di assorbire l'umidità della notte per poi rilasciarla di giorno),   forse era questo il motivo per cui il trullo era preferito alle costruzioni normali,  anche se il trullo sia come manodopera che come materiale da costruzione era molto più costoso di una casa normale a parità di area costruita. Altra particolarità del trullo è che a colpo d’occhio senza neanche entrarvi dentro si può subito sapere di quanti vani e composto,  infatti ogni cono è un vano, di solito quello centrale da cui vi si accede e quello più ampio. Forse il “trullo” costruzione diffuso nelle medesima zona delle “specchie”, venne copiato da queste, in effetti il trullo nelle fattezze e molto simile alle “specchie” (in effetti alcuni amici provenienti da fuori regione che non avevano mai visto ne i trulli ne le specchie, avevano scambiato una specchia per un trullo).  Un dato e certo comunque centinaia di trulli sono stati costruiti proprio con delle pietre sottratte alle  “specchie”. Altro particolare singolare, potrete trovare due persone uguali, due animali uguali, due auto uguali, due case uguali, ma non troverete mai due trulli perfettamente uguali.

Per maggiori informazioni, date un’ occhiata a questi indirizzi.

http://www.martinafranca.info/costruiretrullo.htm

http://richpc1.ba.infn.it/~fap/trulli/struttur.htm

venerdì 5 dicembre 2008

questo posto e mio

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No questa non è la mia scrittura. Non o scritto io questa frase. Vorrei tanto sapere invece chi la fatto. E poi mio di chi, chi sei, presentati, fatti vedere, o quanto meno metti il nome. Siete curiosi anche voi ebbene ve la voglio raccontare, vengo ai fatti, l’altra sera, torno a casa, non trovo posto di fronte alla mia abitazione e vado a parcheggiare l’autovettura qualche isolato più in la, sulla pubblica via, la mattina dopo vado per riprendere l’auto e mi trovo sul cruscotto questo biglietto. Mo dico io, sto tipo/a che mette sti bigliettini, non si poteva fare avanti e dirmi chiaro e tondo che so, questo spazio per mettere l’autovettura e mio perchè me lo sono comprato oppure lo ereditato da mio nonno e farmi vedere l’atto notarile, allora gli avrei chiesto scusa e avrei spostato la mia auto. Ora a parte il ridicolo della faccenda, non sapevo che uno possa prendere possesso di una parte della pubblica via e dire qui devo parcheggiare solo io. Se sbaglio qualcuno mi corregga. Siamo all’eccesso, fermate il mondo voglio scendereeee.