sabato 21 maggio 2011

Immondizia

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Da qualche tempo nel mio paese (come in tanti altri posti) si sta effettuando la raccolta porta a porta dell’immondizia che deve essere separata per poter (dicono) essere più agevolmente riciclata (su questo ci sarebbe da aprire un capitolo a parte, ma stendiamo un velo pietoso), questa raccolta a dato inizio al fenomeno cosiddetto del “” butta e scappa “” (per la verità si verificava anche prima, ma in maniera molto ridotta).

Il fenomeno del butta e scappa sarebbe che uno passa con l’autovettura apre il vetro o lo sportello e fuori una bella busta di plastica piena di porcheria e via a tutto gas.

Ormai in parecchi terreni della periferia del paese si possono notare moltissimi di questi doni non richiesti.

Anche il mio terreno è stato fatto diverse volte attenzione del butta e scappa, tanto che preso dalla rabbia alcuni giorni fa ho preso un grosso pezzo di compensato e con un pennello e della vernice rossa vi ho scritto sopra “” SE BECCO QUALCUNO CHE BUTTA L’IMMONDIZIA QUI, GLI ROMPO IL CULO “”, e l’ho messo ben visibile sul muretto che costeggia la strada.

Ieri mattina come al solito stavo andando in campagna quando da lontano ho notato un’auto ferma, sul tratto dove la strada confina col mio terreno (nel punto in cui avevo messo il cartello), vicino all’autovettura c’èra una persona (un uomo) con un busta di plastica in mano, ho pensato “”ora mi fermo ed aspetto che butti la busta nel terreno dopo di che lo blocco e lo faccio nero””, invece aspetta e aspetta, cinque – dieci minuti, un quarto d’ora, mezzora e quello sempre li con la busta in mano, ad certo punto ho girato la mia auto e  sono tornato a casa.

Nel pomeriggio sono tornato in campagna ed ho fatto sparire il cartello che avevo messo.

Indovinate perchè ho tolto il cartello?

 

Vedi anche questo post   http://carolemico.myblog.it/archive/2011/08/27/immondizia-2.html

giovedì 19 maggio 2011

Panini alla calabrese

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        Prima pubblicazione 25/11/2008

  Vi voglio raccontare una storiella divertente. Circa venti anni fa, abitavo per lavoro in Basilicata. Con tutta la famiglia, un giorno, decidemmo di fare una scampagnata, imbarcati sulla vettura moglie, figli, bagatti e bagattelli vari, ci mettemmo a costeggiare la costa Jonica, in direzione della Calabria, visitando alcuni paesi trovati sul percorso e gustandoci il panorama, giunto che era ormai il tardo pomeriggio cominciavamo a sentire un po’ di languore allo stomaco, ci trovavamo in quel momento a transitare per un paesino sulla costa della Calabria, quando fui colpito da una grossa scritta, posta sopra l’insegna di un negozio di alimentari, che recitava così “SPECIALITA’ PANINI ALLA CALABRESE”. Incuriosito, accostai l’auto ed entrai nel negozio, un bugigattolo, erano più grosse l’insegna e la scritta citata che il locale stesso, dietro al banco si trovava una donna di mezza età, mi avvicinai e le chiesi tutto curioso come erano fatti e cosa contenessero questi famosi panini alla calabrese, come risposta ottenni “ prendiamo i panini normali, li apriamo e all’interno ci mettiamo quello che vuoi “. Per un attimo rimasi del menga, il primo impulso che mi venne fu quello di mandarla a quel paese, giuro che se fosse stato un uomo l’avrei fatto, mi ripresi quasi subito e per mascherare il colpo mi misi a ridere, gli dissi di metterci del crudo e formaggio. C’ero cascato come un pollo, e come me, chissà quanti altri pollastri.

La forza della pubblicità, anche se pubblicità ingannevole, senza quella scritta non mi sarei nemmeno accorto di quel negozio. Ma pazienza. Ormai l’ho presa a barzelletta, quando entro in qualche posto per farmi un panino, chiedo al banchista "mi fai un panino alla calabrese", questo rimane un po’ sulle sue non sapendo che dire, poi gli racconto la storia e si fa quattro risate.

Perciò chiedete anche voi dei panini alla calabrese e gustatevi la faccia di chi vi sta di fronte.     

domenica 8 maggio 2011

Quercia gigante

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quercia 

 

 

 

 

 

  cliccare sulle foto per ingrandirle 

Le altre foto rendono poco l'idea della maestosità di questa pianta, ma nella prima foto se la ingrandite noterete la differenza tra il trullo (si tratta di un trullo a due coni, con a fianco i resti di un pagliaio, il trullo è alto almeno 7-8 metri, si tratta di un trullo ormai abbandonato da diversi anni) a sinistra e la pianta a destra (quella che esce fuori per meta), oltre a ciò bisogna aggiungere che il terreno è in forte pendenza tra il piano del trullo e la base del tronco della pianta vi è un dislivello di 2-3 metri. Quindi ad una stima approssimativa la quercia deve essere alta almeno 20 metri (forse molto di più). Le foto sono state scattate da una notevole distanza, oltre 100 metri in quanto la pianta non entrava nell'obiettivo. La macchina fotografica usata è una Sony handycam digitale.

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 La quercia o come è più conosciuta nel nostro dialetto “l’arv di gjann” (l’albero di ghiande), nel nostro territorio è una pianta spontanea che si trova un pò ovunque, forse è un antico ricordo dei boschi che sino a poco prima della nascita del paese copriva quasi tutta la zona.

Questa pianta ha una crescita lentissima, si parla di piante che hanno superato i 2000 anni, con una altezza che supera abbondantemente i 20 metri, forse per questa sua longevità e maestosità da molte popolazioni antiche era considerata la madre di tutte le piante e alcuni popoli le consideravano alla stregua di divinità.

Il frutto della quercia appunto la ghianda è stato per tanti anni cibo per gli animali allevati dagli uomini e addirittura in alcuni periodi di crisi anche cibo per gli uomini stessi.


quercia

Questa foto raffigura delle ghiande della pianta suddetta, la vecchia foto era stata tratta da http://www.giardinaggio.it/giardino/Alberi/Farnia/Farnia.asp a cui va il mio più sentito ringraziamento.

 


 

 

 

 

 

Esistono vari tipi di quercia, centinaia, ma solo un occhio allenato ho un esperto può riconoscere la differenza tra i vari tipi di quercia.

Sembra un miracolo della natura da una ghianda lunga pochi centimentri e pesante pochi grammi, nasce e si sviluppa una delle piante più imponenti che esistono sulla Terra.

 

quercia

quercia

 

 

Questa piantina come molte altre è nata (da ghiande cadute dalle mie quercie) due anni fa, ed è alta meno di dieci centimetri (a riprova della lentezza di crescita di queste piante).

 

 

Sia per la sua bellezza che per la sua lenta crescita la quercia ormai è usata in parecchi posti come albero ornamentale.

In passato nel nostro territorio esistevano centinaia, se non migliaia di queste meravigliose piante, le querce , col tempo, l‘incuria, la voglia di avere legna da ardere, oppure nell’errata convinzione di liberare il proprio terreno, queste povere piante sono state sistematicamente abbattute, con un danno incalcolabile sia per l’ambiente che per il patrimonio boschivo, solo a pensare quanta aria possa riciclare un simile albero.

Io stesso nella mia lontana gioventù ricordo di aver visto abbattere parecchie di queste piante e ad alcuni di questi abbattimenti mio malgrado ho dovuto partecipare. Un vero peccato, anzi direi un crimine contro la natura abbattere piante come quella ripresa nelle foto.

 

quercia

 

Io nel mio terreno ne ho cinque di queste piante a cui tengo moltissimo, ma come grandezza tutte e cinque non arrivano a fare nemmeno la metà di quella ritratta nelle foto, e devo dire a riprova della longevità di queste meravigliose piante che da quando oltre 40 anni fa la mia famiglia comprò quel terreno le querce sono cambiate molto poco (di conseguenza le mie piante avranno almeno 60-70 anni, forse anche di più).

 

 

 

 

Come la quercia nelle foto (si trova vicinissima a San Michele, contrada Lamone, svetta sui vari alberi circostanti come il campanile della chiesa sulle case del paese) ne ho viste veramente poche, oltre che immensa e bella, sembra che stia veramente in buona salute.

Non sono un botanico per cui non saprei giudicare l’età di tale pianta, ma se tanto mi da tanto sarei pronto a giurare che quando quella pianta è nata il paese di S. Michele ancora non esisteva.

Per cui rivolgo un appello a tutti, preserviamo e proteggiamo questo gigante della natura e con esso le poche specie rimaste di essa sul nostro territorio, mi augurerei da parte di chi ha il potere di farlo un censimento (anche a scopo conservativo) di queste piante ancora miracolosamente rimaste in vita.

 

 

  


Visualizzazione ingrandita della mappa

Nella mappa di Google (che ovviamente ringrazio) la macchia (quella ovoidale) verde più grande è la quercia, la macchia biancastra subito in alto a sinistra è il trullo (notare la differenza), la striscia biancastra in alto a destra è la strada che porta al trullo (vi si passa agevolmente con l'autovettura).

giovedì 5 maggio 2011

L'assurdità delle cose italiane

 

 

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cliccare sulle foto per ingrandire

 

L’assurdità delle cose italiane

 

 Giorni fa, con la mia famiglia siamo andati a fare una scampagnata, siamo andati in un paese vicino in una zona bellissima una collina, con una vista panoramica che spazia sino al mare, un bosco spontaneo stupendo, in questa zona vi sono diverse chiese antiche, volevamo visitarne qualcuna, quando siamo incappati in qualcosa di strano.

 

Siamo nel territorio del Comune di Ostuni, provincia di Brindisi, osservate queste tre foto cosa ci trovate di strano, nulla direte voi (a parte il fatto che il fotografo come tale non vale una lira).

 

Ebbene sulla sinistra guardando il bivio, noterete all’imbocco della stradina un cartello stradale con indicazione turistica, per la precisone vi è scritto sopra SANTUARIO DI S. BIAGIO, preceduto dall’immagine di una chiesa.

 

Sulla destra, sempre all’imbocco della stessa stradina, si nota un minaccioso cartello con la scritta VIETATO L’ACCESSO A PERSONE E MEZZI NON AUTORIZZATI, sotto un altro cartello con la scritta VIETATO L’ACCESSO PROPRIETA’ PRIVATA. Con tanto di sbarra metallica, stranamente aperta.

 

Ora dico io o ci stiamo prendendo in giro oppure è una grossa presa per il culo,

se il cartello stadale (indicazione turistica) mi indica in quella direzione c’è una chiesa, e se io (o chiunque altro) voglio andarci come posso raggiungere questa benedetta chiesa se di li non si può transitare ne a piedi ne tantomeno in auto (e non e il solo cento metri più sotto vi è un’analoga situazione).

Ma se si tratta di terreno e strada privata è non si può transitare perchè hanno messo questi cartelli di indicazione turistica, tale cartello dovrebbe presupporre che chiunque voglia visitare la chiesa dovrebbe liberamente recarsi sul posto senza alcuna restrinzione. Oppure sbaglio?

A questo punto perchè mettere questi cartelli?, solo per sprecare i soldi della comunità?

Viva l’Italia.