di tutto un po, un po di tutto
lunedì 9 dicembre 2013
Natale 2013
mercoledì 4 dicembre 2013
TRASFERIMENTO
lunedì 9 settembre 2013
Ho distrutto il punteruolo rossso?, forse.
(Le foto sotto sono mie, possono essere liberamente copiate)
Non starò qui a parlare del punteruolo rosso, basta girare un poco sulla rete e si trovano decine di siti che parlano di questo dannosissimo insetto.
Dunque, da qualcosa come trentanni una palma da datteri (da noi non fruttificano o meglio fanno solo dei frutti piccolissimii col nocciolo e pochissima polpa) cresceva sotto un pino marino che con la sua chioma la copriva completamente, godeva di ottima salute, il maledettisimo e temuto punteruolo rosso non le aveva mai dato alcun fastidio, presumo e sono ancora convinto che la resina che cade dal pino la metteva al sicuro anche se ne rallentava la crescita (il tronco dal livello del terreno è alto circa un metro).
Circa un mese fa mi venne consigliato di spostarla in un altro luogo in quanto li sotto era un po sacrificata (in effetti i rami più alti della palma andavano a infilarsi in mezzo ai rami più bassi del pino), anche se con poca convinzione con l’aiuto di una benna ho fatto spostare la palma a qualche metro di distnza dal pino.
Con mio grande rammarico oggi mi sono accorto che uno dei rami poggiava per terra come se fosse rotto, su alcuni punti in cui erano stati tagliati di fresco dei rami (o palme) vi erano dei fori di oltre un centimetro di diametro, poi mentre contemplavo perplesso la pianta ho sentito dei rumori strani provenire dalla sommità del tronco, qualcosa stava rosicchiando il legno, li i miei sospetti sono diventati certezza nella palma si era di sicuro infilato il punteruolo rosso.
Sono andato presso un negozio di prodotti per l’agricoltura ed ho spiegato la cosa, il negoziante mi ha cosigliato e venduto un prodotto insetticida (non scrivo il nome per non fare pubblicità) da diluire in acqua, non specifico per le palme ma a suo dire altre persone con quello avevano ottenuto buoni risultati.
Tornato in campagna ho preparato circa 10 litri di mistura (acqua con insetticida) ho messo l’intruglio nella pompa ed ho irrorato tutto il tronco con particolare attenzione sia all’intersezione delle palme già tagliate che a quelle delle palme ancora attaccatte, sino a che non finito tutto il liquido.
Dopo circa 10 minuti che avevo finito di irrorare avevo la conferma al mio sospetto, dal di mezzo della intersezione di una delle palme tagliate di fresco vedevo venir fuori un grosso punteruolo rosso (si muoveva come una persona ubriaca), sicuramente non dev’essere il solo, dall’interno del tronco provengono ancora diversi rumori, domani vedremo.
A giorni ripeterò l’operazione di irrorazione, spero ardentemente di riuscire a salvare la pianta.
Morale se avete una palma sotto o vicinissima ad un pino non fate la stupidaggine che ho fatto io, se godè di buona salute lasciatela dove si trova.
Eccolo li il fetentone, ancora si muove, è duro a morire.
domenica 25 agosto 2013
CONTRO LE PUNTURE DELLE ZANZARE
La foto della zanzara tigre è stata tratta da http://www.mg-italy.com/modules/mastop_publish/
1)- Per prima cosa, evitate per quanto potete di grattarvi dove siete stati punti, peggiorereste la cosa, prima si gonfia e si arriva alcune volte sino a sanguinare di brutto, e poi le unghie potrebbero provocare infezioni.
2)- Provate questo semplicissimo rimedio rapido e veloce (e soprattutto niente porcherie chimiche e cosa più importante e sempre a portata di mano ed e gratis) contro il prurito dovuto alle punture delle zanzare (almeno per me funziona, sparisce del tutto quel fastidiosissimo prurito), quando sentite il prurito non dovete far altro che prendere con un dito un poco della vostra stessa saliva e spalmarla sulla puntura (a qualcuno fara un po senso ma se sparisce il prurito vedrete che non vi farà di certo più senso), comunque ripeto, su di me funziona, non so se funziona anche per altre persone ne a cosa sia dovuto se al ph della saliva o a qualche enzima, ma come dice il detto "sinche dura fa verdura", su di me funziona ed io lo uso. Avete mai sentito un bambino piccolo piangere per il fastidio delle punture delle zanzare (piange il cuore), provate questo rimedio.
3)- Per avere un po sollievo dal bruciore applicare del dentifricio (quello bianco) sulle punture di zanzare, dovrebbe anche bloccare eventuali infezioni.
4)- Un altro rimedio è quello di sfregare leggermente un fiammifero (ovviamente spento) dalla parte dello zolfo sul rossore (molto antiestetico) provocato dalla puntura della zanzara, in poco tempo il rossore sparirà.
Altri articoli correlati:-
http://carolemico.myblog.it/archive/2009/08/27/la-zanzara-tigre.html
http://carolemico.myblog.it/archive/2009/09/19/la-zanzara-buongustaia.html
venerdì 12 luglio 2013
antiche strade messapiche ?
foto n.1
foto n.2
foto n.3 e 4
Si tratta di particolari (ripresi molto da vicino) riguardanti la foto n.1. L'altro giorno (20.09.2011) ripassando sul luogo ho notato una cosa (di cui l'altra volta non mi ero accorto, magari ad un esperto non sarebbe sfuggito, ma io sono solo un dilettante) che da maggior credito alla mia supposizione. Se si ingrandiscono le foto (sono lo stesso luogo preso da angolature diverse) si nota come una scanalatura sulle due pietre, potrebbero essere state provocate per esempio dal passaggio di ruote di carri, si tenga presente che se la mia supposizione fosse vera si tratterebbe di una strada romana o ancora piu antica di una strada messapica, intorno ai 2 o 3000 anni fà o anche di più, come ben si sa in quel periodo le ruote dei carri non avevano il cerchio di ferro ma erano completamente di legno, quindi l'attrito con il fondo stradale era minore.
foto n.5
Questa foto è una panoramica della foto n.2 presa dal lato destro, vero che sembra il ripiano di una strada? La striscia bianca che si vede sullo sfondo è un muro che recinta un terreno vicino, tra il muro e la striscia rialzata (larga almeno 3 0 4 metri) che si vede nella foto scorre una stradina, tempo fa strada in ciotoli ora asfaltata (nella foto n.2 in alto si vede una striscia di questa strada), i due alberi di ulivo che si vedono sullo sfondo bianco del muro si trovano all'interno del rialzo suddetto.
Aggiornamento del 12.07.2013
foto n.6 foto n.7
Le due foto sopra riprendono lo stesso luogo ma da angolazioni diverse.
Potrebbe essere un altro tronco della presunta strada. I tre tronconi si trovano in linea retta, uno appresso all'altro. In pratica potrebbe essere che questa strada provenisse dalla direzione dell'antica masseria Angelluzzi, attraversava il terreno su cui oggi sorge San Michele (qui esisteva una antica masseria, masseria S. Michele (in seguito sparita sotto le cotruzioni del paese), e proseguiva in direzione dell'antica masseria Aieni.
Forse questa strada proveniva dalla vicina Ceglie Messapica e dopo aver toccato le tre masserie suddette preseguiva per uno dei paesi limitrofi. Oppure collegava tra loro le tante antiche masserie (parecchie scomparse o in completa rovina) che si trovavano nella zona. Sicuramente esisteva un'antica rete di strade che collegata tra di loro tutte queste masserie.
Si tenga anche presente che questi sono terreni agricoli tutt'ora coltivati e parecchie pietre possono essere state divelte ed asportate, quindi non è cosi facile trovare tracce di questa presunta strada.
Per la verità ho contattato un archeologo per chiedergli se si poteva interessare della cosa ma mi a risposto che ci sono lungagini interminabili e con cosi pochi indizi e dificile avere delle sovvenzioni per intraprendere degli scavi per accertare la cosa. Peccato.
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Prima pubblicazione 11/04/2010
Queste foto sono state fatte nelle campagne di
San Michele, a poca distanza dal paese.
Si tratta della pavimentazione di antiche strade ormai dimenticate? o di formazioni naturali che assomigliano ad una pavimentazione stradale, ovvero dei scherzi della natura?
Cosa ne pensate, dite la vostra.
Sarò forse un sognatore ad occhi aperti, forse mi sto lasciando prendere dalla fantasia, ma chissà, e se per sbaglio avessi ragione. Le due formazioni o (spero) tronconi di strada (nelle due foto sopra), si trovano agli estremi opposti del paese, posti nella stessa direttiva come se fossero la continuazione una dell’altra, direttrice Ceglie Messapica verso la frazione Aieni, Brindisi o Mesagne o forse ancora più vicino Masseria San Gioacomo o contrada Cotura (come tutti i sammichelani sanno, in queste due zone, i nostri vecchi raccontavano che esistevano due antiche città,non si sa se Messapiche o Greche). Ora tutti sappiamo che Ceglie Messapica, Brindisi e Mesagne erano antiche città Messapiche e di conseguenza erano sicuramente collegate tra loro da strade. E se quei due tratti fossero proprio i resti di una strada messapica o due tronchi della via Traiana, oppure altro. Chissa, magari, sai che bello per San Michele.
Guardate questo tracciato, un ramo della via Traina passava per Ceglie Messapica, scendeva e curvava, continuando verso Brindisi. Provate ad ingrandire l'immaggine, si vede chiaramente un tratto che unisce Ceglie a Brindisi, passando sulla direttiva dove successivamente nascerà San Michele. Coincidenze?, credo proprio di no.
Ho fatto un ulteriore prova, sulla mappa del satellite ho provato ad unire i due punti in cui ho fotografato questi "resti" con un' ipotetica linea, ebbene il proseguimento di questa linea immagginaria finiva a Brindisi mentre dall'altro lato incrociava Ceglie Messapica, sara un caso o c'e veramente qualcosa di concreto?
L'interessante articolo seguente è stato tratto dal sito http://www.cicloamici.it/index.htm a cui va il mio più sentito ringraziamento.
La viabilità ai tempi dei messapi
Capire cosa c'era all'inizio non è cosa da poco. Intorno alle prime strade di epoca preromana si è infatti sviluppata la complessa rete viaria romana e medioevale e sono sorti centri abitati e masserie.
I messapi furono un popolo, probabilmente di origine illirica, che si insediariono in tutto il salento in età preromana creando una organizzazione economico-sociale efficiente e omogenea. E' probabile che il sistema politico da loro usato fosse quello delle "Città stato". Al pari dell'Attica che vedeva Atene come la "polis" più grande di un sistema federato di città similmente si può ipotizzare che i grossi centri messapici di Oria, Brindisi, Cavallino fossero in stretto rapporto con tutta una serie di centri minori. Questa organizzazione territoriale fortemente interconnessa, fondata su città stato postula in maniera quasi naturale l'esistenza di una rete viaria a collegare i diversi centri.
D. Novembre a riguardo delle strade messapiche preromane afferma che esse dovevano consistere principalmente in mulattiere [1] con soli pochi tratti transitabili da carri. Questa ipotesi ci convince poco. Siamo invece propensi a credere con R. Jurlaro che i messapi impiantarono nel salento, un ben articolato e funzionale reticolo viario. Questa ipotesi può infatti spiegarci la presenza di ceramiche di fattura greca e micenea ritrovate nell'entroterra salentino. Su qualche strada si doveva pur trasportarle intatte a destinazione. Anche i blocchi megalitici presenti a S. Pietro di Crepacore (Torre S.S., Br), a Manduria (Ta) etc. dovevano pur esser stati trasportati li da qualche parte. Le malte e il cocciopesto utilizzati nella costruzione di San Miserino (San Donaci, Br) sono il frutto di una evoluta tecnologia di fabbricazione. Esperti mastri e sofisticati materiali da costruzione si farebbero trasportare su mulattiere?
Manca ancora una verifica sistematica con campagne di scavo, ma la presenza di tanti e grossi centri preromani (Ceglie Messapico, Mesagne, Carovigno, Muro Tenente, Muro Maurizio ...) così uniformemente distribuiti sul territorio hanno suggerito a storici come Giuseppe Lugli e Rosario Jurlaro la presenza di un reticolo di vie parallele orientate da "settentrione a mezzogiorno" tagliate trasversalmente da altre strade che a partire dalla costa adriatica si addentravano in modo rettilineo o al più sinusoidale da "Maestrale a Scirocco" per raggiungere l'entroterra e poi la costa ionica.
L'attribuzione ai messapi di una fitta rete viaria non è cosa da poco. Se le ipotesi sull'esistenza di una rete organizzata di epoca preromana fosse confermata una naturale conclusione è quella di poter affermare che tutto lo sviluppo viario successivo e cioè romano, medioevale sia derivato da questo iniziale impianto messapico. L'esistenza stessa di centri abitati di epoca più tarda quali Latiano, Francavilla si spiegherebbe postulando il loro sviluppo intorno a questa rete viaria di impianto messapico.
"Le vie di comunicazione messapiche dovevano consistere specialmente in mulattiere e forse solo pochi tratti erano transitabili da carri; una situazione viaria quindi non molto diversa da quella protostorica premessapica, con caratteri che restano per lunghissimo tempo quasi immutati, espressivi di una economia povera e stazionaria. Il reticolo di mulattiere messapiche (che rimane sostanzialmente quasi identico, nel suo sviluppo e nelle direttrici, in epoca romana) delinea interessanti relazioni con vie preistoriche e protostoriche essenzialmente legate a "vie" commerciali. L'esigua definibilità delle vie di comunicazione messapiche (a causa della insufficiente conoscenza dell'ambiente geografico e degli insediamenti sia nella loro distribuzione sia nei loro aspetti culturali, economici e sociali) esclude evidentemente la possibilità di riconoscere il movimento di viaggiatori e di merci anche se la fittezza relativa di centri con emporio nel versante ionico autorizzerebbe a individuare maggior traffico proprio nelle vie che gravitano su questa parte del litorale salentino. Solo in seguito alla conquista, al tempo di Traiano, si ebbe un miglioramento della viabilità attraverso la costruzione e sistemazione di varie strade, tra cui la via "Augusta Sallentina", che rimasero sostanzialmente su un tracciato messapico".
Figura: ipotesi sulla viabilità messapica e romana nel salento ispirata agli studi di Uggeri e Jurlaro. La più famosa delle vie antiche di Puglia è la Via Appia. ma molto importante fu la Taranto - Otranto nota come Limitone dei greci e la Traiana. E' probabile che le vie romane nel salento siano state realizzate su preesistenti strade messapiche.
Locazioni dei posti in cui sono state effettuate le foto.
Ho postato queste due mappe per rispondere alla richiesta dell'amico Luigi. La prima foto e stata fatta sulla stada che porta nelle campagne, prima del canale del Lamone, bisogna girare nella strada a fianco del tabbaccaio (non riesco a individuare il punto preciso sulla mappa, si deve guardare sulla destra, sotto al muretto che fiancheggia la strada). La seconda mappa dovrebbe essere piu chiara prendere la via di fronte al cimitero, a circa 500 metri, la x indica il punto preciso (al primo incrocio a sinistra, a destra si trova la "vola", proprio all'angolo della strada, sul lato opposto esiste un recinto in muratura e rete metallica).
martedì 2 luglio 2013
la zanzara tigre
La zanzara tigre
Prima pubblicazione il 27.08.2009.
Aggiornamento dell' 11.11.2010.
Aggiornamento dell' 03.08.2012.
Non esiste altro insetto più fastidioso, opportunista e profittatore della zanzara, solo le mosche potrebbero reggere il confronto con questo maledetto insetto. La vecchia zanzara locale, in confronto alla zanzara tigre era una mammoletta,
Ultimamente l'Italia è stata letteralmente colonizzata ed invasa da questo fastidioso e dannoso animale.
Anche qui a San Michele questa bestia immonda sta aumentando il suo numero e la sua estensione come area.
Per la verità, bisogna dire che l'amministrazione comunale provvede ad effettuare dei trattamenti tramite un'autopompa che la notte gira per le vie cittadine irrorando tutto, ma non saprei se è un trattamento solo per le mosche o anche per altri insetti.
Proveniente dall'Asia probabilmente attraverso il commercio di copertoni usati (potrebbe anche essere vero, provate a mettere dell'acqua all'interno di un copertone per quanti sforzi farete non riuscirete mai a levarla tutta se non con uno straccio, ma oggi come oggi con la velocità delle comunicazioni anche tra un continente e l'altro potrebbe essere arrivata in qualsiasi modo), qui da noi la zanzara tigre (sottovalutata sin dall'inizio nella sua pericolosità) ha trovato vita facile, si pensava di avere a che fare con una zanzara simile alle altre e questo a agevolato ancora di più la loro diffusione, arrivando a costituire un serio motivo di preoccupazione sanitaria e ambientale. Poco più piccola della zanzara nostrana, la z. tigre è riconoscibile dal corpo nero a bande trasversali bianche sulle zampe e sull'addome e con una striscia bianca che le solca il dorso e il capo, si distingue dalle altre zanzare per le abitudini e il ciclo di vita, al contrario delle altre zanzare che erano per lo più attive di notte, queste sono attive sia di giorno che di notte.
Con la sua puntura la zanzara tigre rappresenta gia un problema. Sono molto aggressive (come già si sa è solo la femmina a pungere e a succhiare il sangue il quale serve loro per la produzione delle uova). Le sue punture procurano gonfiori e irritazioni persistenti, pruriginosi e spesso anche dolorosi (quindi evitare per quanto sia possibile di grattarsi dopo una puntura di queste maledette, aggravereste sicuramente la situazione). Una puntura della z. tigre potrebbe trasmettere diverse malattie anche molto gravi.
Una volta era diffusa solo nelle zone abitate si sta ora diffondendo anche nelle campagne ed in qualsiasi altro posto vi sia acqua in particolar modo acqua stagnante.
I vari repellenti di sintesi in forma di crema o spray sono efficaci contro la zanzara tigre, e devono essere utilizzati con cautela, ma servono solo ad allontanarla temporaneamente, ma state ben certi che essa ritornerà alla carica non appena possibile, magari in compagnia (addirittura mi sono ritrovato sulla pelle ben sei punture affiancate).
ALCUNI RIMEDI CONTRO LE PUNTURE DELLE ZANZARE
!)- Per prima cosa, evitate per quanto potete di grattarvi sul punto in cui siete stati punti, peggiorereste la cosa, si arriva alcune volte sino a grattarsi a sangue.
2)- Per avere un po sollievo dal bruciore applicare del dentifricio (quello bianco) sulle punture di zanzare, dovrebbe anche bloccare eventuali infezioni.
3)- Provate questo semplicissimo rimedio contro il prurito dovuto alle punture delle zanzare (almeno per me funziona, sparisce del tutto quel fastidiosissimo prurito), quando sentite il prurito non dovete far altro che spalmare un po della vostra saliva sul punto in cui siete stati punti (a qualcuno fara un po senso ma se sparisce il prurito vedrete che non vi farà di certo più senso), ripeto, su di me funziona, non so se funziona anche per altre persone ne a cosa sia dovuto se al ph della saliva o a qualche enzima, ma come dice il detto "sinche dura fa verdura", su di me funziona ed io lo uso. Provate anche voi.
4)- Un altro rimedio è quello di sfregare leggermente un fiammifero (ovviamente spento) dalla parte dello zolfo sul rossore (molto antiestetico) provocato dalla puntura della zanzara, in poco tempo il rossore sparirà.
UN BUON CONSIGLIO è quello di mettere nei sottovasi e all'interno della terra nei vasi stessi, alcuni piccoli cristalli di solfato di rame, i quali pare che inibiscano la schiusa delle uova e la crescita delle larve, dovrebbe funzionare ma non l'ho ancora provato. Il solfato di rame si può trovare presso qualsiasi negozio che vende materiale per l'agricoltura, è non costa poi nemmeno tanto. AGGIORNAMENTO. Dall'anno scorso che uso questo metodo e nei sottovasi non ho visto alcuna larva di zanzara, assieme al solfato di rame ho aggiunto nel sotto vaso anche dei pezzettini di rame (vanno bene anche le monetine da uno o due centesimi, ecco trovato un uso utile per queste monetine visto che ormai nei negozi sono inutili). Non preoccupatevi per le piante non ne soffrono, io l'ho messo persino nel sottovaso delle orchidee. Oppure potreste mettere del solfato di rame all'interno di uno spruzzino (vanno bene anche quelli che contenevano detersivi o altro, naturalmente dopo averlo ben lavato) aggiugere acqua e far sciogliere il solfato (aggiungerne sino a che abbia un bel colore blu chiaro, si può anche farlo sciogliere fuori e poi versarlo nello spruzzino) con questo spuzzare nei sottovasi (se alzate il vaso è anche meglio) e un poco anche nella terra nel vaso, potete anche spuzzare in tombini o in qualsiasi posto si possano annidare le zanzare o vi sia acqua ristagnante. Con questo sistema ho notato che anche le larve ormai adulte erano morte.
COME SEMPRE OCCHIO A NON ESAGERARE e non spruzzatevelo negli occhi.
FUORI TEMA, Con questo stesso intruglio ho spruzzato alcune di quelle fastidiosissime lumache senza guscio (quelle che escono di notte e mangiano di tutto, soprattutto le piante) la mattina dopo le ho trovate stecchite.
IMPORTANTE ATTENZIONE, non spruzzate il solfato di rame sulle foglie o sui rami delle piante, alcune di queste non lo sopportano (a me è capitato di danneggiare un potus, su alcune foglie avevo spruzzato questa mistura, per la cronaca la pianta si è ripresa e sta meglio di prima).
UN FATTO STRANO, verso la meta dello scorso mese di ottobre nella mia casa ci fu letteralmente una invasione di moscerini della frutta (piccoli insetti di color marroncino, che vengono attratti dall'odore di aceto e dalla frutta in putrefazione, simili alle normali mosche ma molto più piccoli e meno fastidiosi), non riuscivamo a capire perchè fossero arrivati e quale ne fosse la causa (poi scopimmo che in una cesta erano state dimenticate alcune mele che stavano marcendo). Ma cosa IMPORTANTE e strana era che notammo che mentre in casa vi erano i moscerini della frutta non si notava alcuna zanzara.
Non voglio dare nulla per scontato, ma non sarà forse che i moscerini della frutta attacchino o tengano in qualche maniera lontano da loro le zanzare? Questa sarebbe una cosa da indagare scientificamente, e se fosse vero? (buon per noi), le maggiori scoperte come tutti sanno sono state fatte per caso.
Questa foto di un moscerino della frutta è tratta dal sito newton.logg.it/ a cui va il mio ringraziamento.
La cosa migliore contro questi ed altri insetti sarebbe quella di procurarsi delle zanzariere elettriche da mettere nei giardini, ortali ed anche all'interno della stessa abitazione, gli insetti vengono letteralmente bruciati.
In commercio esistono decine e decine di modelli di zanzariere elettriche, di varia forma e grandezza, attenzione comunque alle fregature, una buona zanzariera dovrebbe costare almeno dalle 30-40 euro in su.
Tempo fa credevo di aver fatto un affare, un negozio locale, vendeva delle zanzariere elettriche a poco meno di 20 euro, ne comprai due, sulla scatola era scritto zanzariera elettrica a 18 mila volt, la misi in funzione nel giardino al posto della vecchia (il guaio di questi accrocchi e che quando si esauriscono i neon e difficile se non impossibile trovare i ricambi, ne ho ben 8 buttate in soffitta) dicevo, abituato alla vecchia zanzariera in cui sentivo il classico rumore della scarica elettrica e quando l'insetto era più grosso un forte sfrigolio e addirittura fumo, al mattino ritrovavo il contenitore pieno di insetti, in questa nulla, mi vennero dei dubbi, misi l'altro apparecchio nulla, allora volli provare il mio dubbio, feci una strisciolina di carta lungo una quindicina di centimetri inumidii con la lingua la punta e la infilai tra le sbarre, una volta a contatto si vedeva una piccolissima scintilla rossiccia (nella zanzariera normale addirittura si crea un arco voltaico quando viene avvicinata la carta inumidita), cosi capii che avevo preso una fregatura, anzi due. Staccai la zanzariera, mi armai di cacciavite e la smontai, dove doveva esserci un trasformatore che portava i 220 volt della rete a 18.000 volt, vi era un circuitino con alcuni piccoli condensatori che elevavano un poco la tensione, ma non potevano mai arrivare ai ben 18 mila come detto sulla scatola. Morale chi risparmia spreca, becca e porta a casa, cosi impari per la prossima volta.
Zanzariera elettrica, ne esistono altri tipi ma non li ho mai provati.
Fondo della zanzariera con il ""raccolto"" del mattino dopo.
Particolare del ""raccolto"", vi si trova di tutto, zanzare, mosche, moscerini, pappataci, farfalle della processionaria, farfalle della tignola ed altri insetti vari, persino una vespa.
Dopo questa a griglia o comprato una zanzariera a trappola (spesi 70 euro), funziona, ma non ha nulla a che vedere con le zanzariere a griglia (se dovessi dare un voto direi 10 a 3) queste ultime sono migliori, quella a griglia ammazza qualsiasi tipo di insetto (vedi foto), quella a trappola riesce a prendere solo insetti di piccole dimensioni.
La foto in testata della zanzara tigre è stata tratta da http://www.mg-italy.com/modules/mastop_publish/
Ciao a tutti commentate se volete.
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giovedì 20 giugno 2013
talenti
Inutile aggiungere altro, dice tutto il volantino.
Cliccare col mouse sull'immagine per ingrandire, se non dovesse partire schiacciate il tasto CTRL e tenendolo premuto ri-cliccate sopra l'immagine col mouse.
giovedì 13 giugno 2013
Panificio Focacceria
Il panificio focacceria di Martinelli Leonardo è sita in San Michele Salentino, via Tasso n.31 angolo via De Amicis n.42, è una modernissima struttura, i prodotti venduti sono prodotti in loco presso un modernissimo forno sito sul retro del punto di vendita, qui potete trovare pane di vari tipi oltre a friselle, friselline, tarallini, pasticceria secca, in più troverete focacceria di vario tipo, panzerotti al forno, nei preriodi festivi troverete anche varie specialità locali. In caso di esizenze o prodotti particolari basta parlarne col personale che vi aiuterà nel limite del possibile. Oltrettutto troverete anche bibite fresce di vario tipo.
Oltre a questo troverete sempre tanta cortesia e simpatia.
Potete contattare direttamente il personale oppure telefonicamente ai numeri 328 9319321 - 328 7544270.
venerdì 7 giugno 2013
Estate sammichelana 2013
Programma delle manifestazioni estive sammichelane per il 2013 (anche se un po in ritardo, come il tempo sembra che l'estate quest'anno non vuole proprio arrivare), tratto dal giornale del comune di San Michele Salentino (prima immagine a sinistra, copertina, piazza Marconi, raduno ciclopasseggiata del 1° maggio 2013).
Se proprio non avete di meglio da fare venite a trovarci. Vi aspettiamo, ciao.
Cliccare sopra le immagini per ingrandirle.
giovedì 30 maggio 2013
Barzellette 4
Ecco alcune barzellette, segnalatemi quella che vi piace di più.
Appena possibile ne postero altre.
Per trovare altre barzellette su questo blog basta cliccare sotto su Lemico in barzellette.
Chiamalo Roberto
Una serate come tante nella stazione ferroviaria di Roma Termini, ad un certo punto si sente l’artoparlante “ din don, si avvisa che a causa dello sciopero a singhiozzo già preannunciato, tutti i treni subiranno un ritardo nelle partenze di tre ore ”, di botto mormorii e rimbrotti da parte di tutti i viaggiatori, nella sala d’aspetto un ragazzo e una bella ragazza seduti vicino incominciarono a parlare tra loro sulla questione dello sciopero “ tre ore di ritardo è una parola e ora che facciamo “ disse la ragazza, il ragazzo le disse senti “ perchè non ci facciamo due passi e andiamo a prendere qualcosa al bar della stazione“, e cosi fecero, usciti dal bar continuarono a passeggiare lungo i marciapiedi della stazione per circa un’oretta, ad un certo punto scatto la scintilla della libido, si precipitaro nel bagno e chiusisi dentro fecero del sesso sfrenato. Si rimisero in ordine ed uscirono alla chetichella dal bagno, continuarono a passeggiare e a parlare del più e del meno tra loro.
Intanto erano passate le tre ore, il solito altoparlate annuncio “ din don, lo scipero e finto, tra pochi minuti partirà dal binario uno il diretto Roma – Milano “, lei disse “ è il mio mi devo affettare a prenderlo, e tu quale treno prendi? “, lui “ io devo andare a Bologna, ma il mio treno parte tra una mezzora, andiamo ti accompagno sino al tuo “. La ragazza sale sulla carozza e si affaccia dal finestrino rimettendosi a parlare col ragazzo.
Dopo qualche minuto il capotreno fischiava la partenza ed il treno cominciò a muoversi lentamente, allora lui (camminando appresso al treno) disse alla ragazza “ SENTI SE TI SUCEDE QUALCOSA CHIAMALO ROBERTO COME ME “, il treno stava accellerando, al che la ragazza rispose “ SENTI SE TI SUCCEDE QUALCOSA CHIAMALA AIDS COME QUELLA CHE HO IO ”.
Viva l’amore.
martedì 23 aprile 2013
Disclaimer sui contenuti
Prima pubblicazione 20/04/2010.-
Art.21 comm.1 della Costituzione italiana.
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.-
Su questo blog non troverete assolutamente materiale pedo - pornografico ne atti o immagini che richiamino alla violenza contro le cose, le persone o gli animali.
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Tutto il materiale pubblicato su Internet è di dominio pubblico. Comunque qualsiasi cosa da me postato che non sia mio contiene sempre un link da cui si può risalire alla provenienza, non è giusto e non è onesto approfittare del lavoro degli altri facendolo passare per proprio. Naturalmente ringrazio tutti i gestori di siti da cui o già preso materiale e da quelli in cui ne dovessi prendere in futuro.
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Tuttavia, se qualcuno riconoscesse proprio materiale con copyright e non volesse vederlo pubblicato su questo blog, non ha che da darne avviso al gestore e sara' appena possibile eliminato.
Dichiaro, inoltre, di non essere responsabile per i commenti inseriti nei post. Eventuali commenti dei lettori, lesivi dell'immagine o dell'onorabilità di persone terze, non sono da attribuirsi a noi, nemmeno se gli stessi vengono espressi in forma anonima o criptata. Se è il caso il gestore si riserva il diritto di cancellare totalmente o tagliare parte di tali commenti.
Se mi dovesse scappare qualche parola un po volgare vogliate perdonarmi. Errare è umano, solo i cretini dicono di non sbagliare è non cambiano mai idea.
Buona lettura a tutti.
lunedì 22 aprile 2013
Lumache giganti
Le lumache giganti che stanno invadendo la Florida (Stati Uniti)
Sono grandi come ratti, hanno una fame incontenibile e ovunque vadano lasciano dietro di sé una lunga scia di bava. Scordatevi le chioccioline che vedete uscire allo scoperto nelle giornate di pioggia: le lumache che stanno disseminando il panico nel sud della Florida sembrano uscite direttamente da un B-movie degli anni '60 (guardale, se hai il coraggio, in questa viscidissima gallery)
Le chiocciole giganti africane (Achatina fulica) originarie dell'Africa orientale ma diffuse da tempo anche alle Hawaii, sono considerate una delle specie invasive più distruttive: nel loro menù figurano oltre 500 specie di piante, ma sono ghiotte anche di plastica, stucco (che usano come fonte di calcio per ricostruire il proprio guscio), copertoni e in generale di qualunque cosa verde si pari sul loro cammino.
Da settembre 2011, la data della loro ultima "invasione", ne sono state catturate 117 mila e si calcola se ne eliminino un migliaio alla settimana. Ciò nonostante, complice la fine del periodo dell'ibernazione e l'imminente stagione delle piogge, che in Florida inizierà tra 7 settimane, i residenti potrebbero incontrarne moltissime in strada, in giardino e persino in casa.
Importarle illegalmente per la prima volta dalle Hawaii fu un giovane di Miami nel 1966. Il ragazzo, viste le dimensioni e la propensione dei molluschi all'interazione con l'uomo, voleva tenere i tre esemplari raccolti come animali domestici, ma la nonna li liberò in giardino, dando origine a una piaga per l'agricoltura che richiese 10 anni e un milione di dollari per essere estirpata. Il pericolo sembrava scampato, quando nel 2011 le autorità hanno assistito a una nuova diffusione.
Questi animali, che raggiungono i 21 centimetri di lunghezza (guarda) e sopravvivono anche 9 anni, si accoppiano in continuazione: dotati degli organi riproduttivi sia femminili che maschili, in un anno possono produrre anche 1200 uova. Alle Barbados, dove sono più diffuse, arrivano a forare con i loro gusci gli pneumatici delle auto e si trasformano in veri e propri proiettili quando vengono sparate in aria dalle lame rotanti dei tosaerba.
Oltre a costituire una minaccia per l'agricoltura i molluschi sarebbero pericolosi anche per la salute: sono infatti portatrici di vermi nematodi parassiti dei ratti che entrando a contatto con l'uomo tramite il muco delle lumache, possono trasmettere gravi forme di meningite tropicale. Per questo le autorità hanno invitato chiunque a non toccare le chiocciole (anche se non tutti rispettano il divieto: guarda) e a disinfettare le superfici contagiate dalla loro bava.
Per debellarle si sta utilizzando un molluschicida a base di metaldeide. Le piogge imminenti dovrebbero stanare più facilmente le chiocciole ancora nascoste. Una strage di animali che si sarebbe potuta evitare se l'uomo non le avesse portate fuori dal loro habitat naturale: l'importazione di lumache negli Stati Uniti è illegale, così come quella di altri animali esotici come il pitone delle rocce birmano (Python bivittatus), che nello stato ha creato molti problemi lo scorso anno.
Articolo di Elisabetta Intini
giovedì 11 aprile 2013
Al di la del muro a secco
Il muro a secco, anzi per la precisione il muro di pietra a secco (i muri a secco in dialetto locale erano chiamati “” lu paret “”, i muri a secco non erano altro che delle opere fatte di pietra calcarea (la pietra calcarea ha la catteristica di presentarsi bianchissima appena spaccata, col tempo ed esposta agli agenti atmosferici diventa lentamente nella parte esterna di color grigio, dovuto a microscopici licheni) appena sbozzate e sovrapposte l’una all’altra senza malta o cemento, poste in opera con una tale maestria che alcuni di questi muri sono ancora in piedi dopo centinaia di anni (ancora ne esistono, ma pochi purtroppo, grazie alla mano dell’uomo), ve nè erano di altezza e larghezza variabili e per uso diverso, a secondo dell’altezza (da circa mezzo metro ai tre metri e passa d’altezza) il muro a secco alla base poteva essere largo anche più di un metro (vi erano e vi sono ancora resti di muri usati anticamente più che altro per difesa, larghi anche più di due metri, questi muri in dialetto erano chiamati “” lu par-ton “”) .
I muri a secco venivano costruiti da una casta di artigiani chiamati “” mastr paritar “”.
Anche i trulli ( “” casiedd “”) venivano fatti con pietre messe in opera a secco, ma questa è un’altra storia.
Il muro a secco veniva costruito su una fondazione scavata nella terra, dove la pietra viva affiorava dal terreno il muro vi veniva costruito sopra, in pratica il muro e la fondazione erano un tutt’uno, nelle due facce della parte esterna il muro era fatto di pietre più grosse sbozzate (lavorate) grossolanamente mentre nella parte interna venivano poste pietre più piccole di varie misure (addirittura ciotoli di pochi centimetri) sino a riempire completamente le intercapedini senza alcun ausilio di malta o cemento, sulla sommita del muro (cosa che ne alzava notevolmente l’altezza) venivano messe delle pietre (dal peso di quaranta cinquanta chili e più) per traverso a chiudere il muro.
La base del muro partiva con una laghezza di almeno un metro ed andava restingendosi dai due lati man mano che si alzava, sino a che le pietre delle due facce si toccavano tra loro.
I muri più alti e quelli larghi di solito venivano fatti per delimitare la proprieta di una masseria; quelli estremamente larghi (anche più di due metri) erano usati per difendere fabbricati, villaggi o addirittura intere citta (alcuni resti di queste mura, pochi purtroppo, sono ancora visibili nei dintorni della citta di Ceglie Messapica, come dice il suo stesso nome una antica citta di origine messapica); vi erano e vi sono ancora (pochi purtroppo) altri muri a secco che delimitavano una dall’altra le proprietà terriere e le proprietà dalla strada, questi andavano da un’altezza di mezzo metro circa sino ad un massimo di un’altezza tra un metro e mezzo e un metro e settanta.
Per la verità muri a imitazione dei vecchi muri a secco vengono ancora costruiti, ma non sono più la stessa cosa, anche se dall’esterno non si nota nulla, nelle intercapedini viene colato dell’impasto di cemento.
Il muro a secco faceva in pratica oltre che in alcuni casi da funzione difensiva, era anche la recinzione dell’antichità.
Dietro ogn’uno di quei muri vi era tutto un mondo isolato da tutto il resto (era l’epoca durante il quale ogni podere aveva il suo trullo o costruzioni di altro tipo e tutti erano rigorosamente abitati tutto l’anno).
Un mondo di gioe e dolori (forse più dolori che gioie), un mondo fatto di adulti che lavoravano nei terreni dall’alba sino al tramonto, da adolescenti che volenti o nolenti dovevano lavorare con i genitori, da bambini che già dalla tenera età di sei-sette anni si dovevano guadagnare il pane anche loro.
Il muro delimitava un mondo, un mondo fatto di gente che magari non usciva dal loro appezzamento di terreno ossia oltre il muro a secco per l’intera settimana. Isolamento interrotto solo dalla domenica quando si andava a messa e dopo la messa dal mercato settimanale (che allora si teneva la domenica). Quando i figli erano invitati ad andare in paese con i genitori per loro era gran festa.
Insomma li si svolgeva la loro vita li si faceva tutto, li si nasceva, li si viveva e li si moriva.
I bambini più piccoli che non erano ancora in grado di lavorare potevano giocare (non esistevano certo giocattoli, si dovevano arrangiare con quel che trovavano) fuori casa, ma il loro territorio era delimitato da quel onnipresente muro a secco, guai a sorpassarlo o tanto meno cercare di scalarlo, il muro era è doveva essere qualcosa di invalicabile (pena di pesanti rispolverate corporali, botte).
Molte volte nella stessa casa vivevano anche delle persone anziane come i genitori, i suoceri, qualche zia zitella o zio scapolo (allora non esisteva ancora la pensione di vecchiaia ed i vecchi per poter sopravvivere si dovevano appoggiare ad uno/a dei figli/e o ai nipoti, comunque a parte questo a quei tempi i genitori, le persone anziane o vecchie erano sacri, non come oggi, bah, lasciamo perdere).
Gli anziani se ce la facevano collaboravano nella coltivazione del terreno.
Di solito era la donna anziana che provvedeva alle faccende di casa, lavava i panni (a mano non vi erano o non si potevano comprare lavatrici), controllava i piccoli, provvedeva alla cucina (i pasti venivano preparati tanto quanto bastava e consumati subito, non esistevano frigoriferi per conservare il cibo) per tutti (cucina per la verità molto misera, si usavano in maggioranza i prodotti della propria terra, fave, piselli, ceci, lupini, lenticchie, pomodori e molti tipi di verdura, oppure prodotti barattati con i vicini) in maggioranza venivano cucinate le fave (a lungo andare uno le stufava, ma erano quelle che costavano meno e bisognava arrangiarsi, a saperle cucinare vicno ai carboni della legna era un’arte, occorevano ore e ore (alle volte anche quattro o cinque ore) per la cottura, si diceva che se una donna non sapeva cucinare le fave difficilmente trovava marito) le fave venivano sempre accompagnate da un contorno di verdura cotta (spesso cicoria selvatica) oppure quando erano disponibili, peperoni fritti, cime di rape stufate, uva, olive ed altro.
La pasta le poche volte che veniva usata si faceva a mano in casa.
La carne era qualcosa di inarrivabile, si comprava solo nelle feste comandate, per il resto chi poteva qualche volta mangiava animali da pollaio allevati da loro stessi.
Il pane veniva fatto in casa (si usava un forno costruito vicino alla casa), nella giusta quantità per durare tutta la settimana, il grano veniva prodotto da loro stessi ed alle volte macinato anche da loro (con un attrezzo chiamato “” stuemp “”, in pratica un mortaio fatto in casa, un attrezzo di legno per battere e una pila di pietra per contenere il grano).
Non che questa gente fosse contenta di vivere cosi, ma era rassegnata per loro era una cosa normale.
La tarda sera (alla luce della lampada ad olio o a petrolio, nelle campagne non c’èra la luce elettrica) prima di andare a letto, ed era d’obbligo e non si sgarrava nessuno si poteva esimere, c’èra il rito del rosario serale.
Poi dopo la seconda guerra mondiale, quel mondo, quelle antiche tradizioni, quel modo di vivere ando lentamente scomparendo, la gente cominciò ad andare a vivere in paese (e li comiciarano tutti i vizi e stravizi che abbiamo noi generazioni di oggi), e le campagne furono del tutto spopolate tranne qualche rarissima eccezione. Rimasero solo le testimonianze di centinaia di lamie e trulli abbandonati (oggi sono quasi tutti in rovina o addirittura crollati, salvo qualche eccezione, i quali dopo essere stati restaurati vengono usati come abitazioni estive).
I vecchi muri a secco sono oramai in rovina anche loro.
Già, in rovina, allo sfascio, allo sfascio come sta andando oggi la nostra società, Dio non voglia che si vada a finire di nuovo come era allora quando solo per poter mangiare ci si doveva ammazzare di lavoro dall’alba al tramonto, spesso pronunciavano la frase “” fatii e fatii e la ser pan e cipodd “” (traduzione= lavori e lavori e la sera pane e cipolla), a significare la vita grama che conducevano.
sabato 30 marzo 2013
giovedì 21 marzo 2013
video divertente
Cado dalle nubi, a San Michele Salentino (video)
Tratto da http://www.midiesis.it/ a cui va il mio ringraziamento.
Molto divertente, consiglio di vederlo.
“Remake” tutto sammichelano di alcune scene di “Cado dalle nubi”, con il cast del gruppo “San Michele in scena” le riprese e il montaggio sono di Michele Racioppi:
mercoledì 13 marzo 2013
Medicinali pericolosi
Fonte http://www.net1news.org/
L'Aulin è tossico, effetti anche letali; ritirato in molti Paesi
L'Aulin è un farmaco altamente pericoloso, data la tossicità del suo principio attivo, il nimesulide, dannoso soprattutto per il fegato: l'allarme viene da molti Paesi europei, che hanno già ritirato dal commercio i farmaci contenenti nimesulide.
L'Aulin, analgesico utilizzato dai più anche per banalissimi mal di testa, è tossico e il principio attivo in esso contenuto, il nimesulide, ha devastanti effetti sul fegato. Il nimesulide è commercializzato in vari Paesi ed in Italia ed è la molecola alla base di diversi farmaci: Aulin, Algimesil, Antalgo, Areuma, Dimesul, Domes, Efridol, Eudolene, Fansulide, Flolid, Isodol, Ledolid, Ledoren, Nerelid, Nide, Nimenol, Nims, Noxalide, Resulin, Solving, Sulidamor, Fansidol, Sulide, Idealid, Delfos, Domes, Noalgos, Algolider, Aulin, Fansidol, Mesulid, Nimesil, Remov, Migraless, Edemax, Mesulid Fast, Nimedex. Tutti farmaci, questi, ritirati dal commercio in molti Paesi, proprio perché altamente pericolosi, anche letali, a causa del loro principio attivo. I primi ad accorgersene sono stati nel 2002 Spagna e Finlandia, seguiti nel 2007 dall'Irlanda. Il Nimesulide non è commercializzato neppure negli Stati Uniti, in Giappone, in Gran Bretagna, in Canada, in Germania.
Proprio il massimo organo di Salute irlandese, l'Irish Medical Board, ha stilato un allarmante documento ufficiale, nel quale si legge: "Il danno epatico è un raro ma grave effetto collaterale del nimesulide. Tuttavia abbiamo ricevuto dati provenienti dall'Unità Nazionale di trapianto di fegato del St Vincent University Hospital, i quali parlano di sei pazienti che hanno richiesto trapianto di fegato dopo il trattamento con il nimesulide. Da quando il prodotto ha fatto ingresso in Irlanda nel 1995, si sono registrati un totale di 53 segnalazioni. Tra queste nove casi di insufficienza epatica, sei dei quali provenivano da l'Unità Nazionale trapianto di fegato e tre casi mortali di insufficienza epatica."
Sul sito del nostro Ministero della Salute, a proposito del Nimesulide, si legge: "Stiamo valutando; anche se non abbiamo alcuna evidenza in questo senso, si procederà esaminando le schede delle valutazioni per verificare se in Italia sono stati rilevati casi analoghi, ma a noi, fino ad oggi, non sono arrivate segnalazioni di effetti collaterali gravi. Occorre poi che i nostri dati vengano confrontati con quelli degli altri paesi europei prima di prendere decisioni". Il nostro Paese consuma il 60% della produzione mondiale di nimesulide, commercializzata dal 1985. Nel maggio 2008 la SIF (Società Italiana di Farmacologia) ha riportato che i benefici del principio attivo sono superiori ai rischi. Lo stesso anno, però, fu portato alla luce uno scandalo che vedeva coinvolto un alto funzionario dell'Aifa (Agenzia italiana del farmaco), che avrebbe intascato mazzette per evitare i controlli sul farmaco.
L'articolo è tratto dal sottonotato sito, a cui va il mio ringraziamento,
http://www.net1news.org/italia/laulin-%C3%A8-tossico-effetti-anche-letali-ritirato-in-molti-paesi.html
domenica 3 marzo 2013
nuovo governo
Insomma le elezioni son finite, ora, non voglio giudicare se sia andato tutto bene o tutto male, tutti hanno vinto e tutti hanno perso, so solo che due sono ora le vie da seguire, o per fare il nuovo governo devono fare una grossa ammucchiata (sai che casino), oppure ci dobbiamo tenere il governo Monti per almeno un altro anno.
Non saprei dire quale delle due cose sia la peggiore.
Ma di una cosa son sicuro, vada come vada saranno sicuramente augelli amari per tutti noi.
lunedì 25 febbraio 2013
Rapporto a tre
Lei, me la fece conoscere mia moglie un paio di settimane prima del Natale 2012, da allora non ci siamo più lasciati, sia pure con alti e bassi siamo rimasti sempre assieme tutti e tre, lei si è letteralmente installata nella nostra famiglia.
Il nostro è un rapporto strano, morboso, direi quasi malato, è proprio il caso di dire un rapporto a tre, come direbbe qualcuno un vero triangolo, e sempre lei che ci istiga e col suo modo di fare ci coinvolge sempre.
Alle volte siamo stati a letto assieme io e lei solamente, alle volte tutti e tre assieme, una vera ammucchiata insomma, ma a quanto pare lei preferisce di più stare con mia moglie, infatti passano parecchio tempo assieme a letto.
Ho il sospetto che ci stia provando anche con i nostri figli.
Si, io e mia moglie ci siamo resi conto che il nostro e un rapporto anomalo, come dicevo quasi malato, anche i nostri figli si sono resi conto della cosa e non ne sono tanto contenti, soffriamo anche per questo, abbiamo provato di tutto per non ricascarci, ma che, non ci sono rimedi. Come dicevo, habbiamo provato di tutto, medicinali, ci siano persino rivolti ad un dottore per cercare di troncare, trovare un rimedio a questo rapporto a tre, ma che non c'è stato nulla da fare, puntualmente ci ricaschiamo sempre.
E si, abbiamo provato e fatto di tutto ma lei quella maledettisima puttana di influenza non vuol proprio saperne di lasciarci in pace. Sono quasi tre mesi non pare che basti ora.
giovedì 21 febbraio 2013
Divide et impera
Gia Divide et impera, cosa vuol dire, cosa significa?, ecco qui sotto la definizione tratta dal web nel sito di Wikipedia, a cui va il mio ringraziamento.
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Divide et impera (pronuncia: dìvide et impera, è una locuzione latina che tradotta letteralmente significa dividi e domina.
In politica e sociologia si usa per definire una strategia finalizzata al mantenimento di un territorio e/o di una popolazione, dividendo e frammentando il potere dell'opposizione in modo che non possa riunirsi contro un obiettivo comune. In realtà, questa strategia contribuisce ad evitare che una serie di piccole entità, ciascuna titolare di una quantità di potere, possano unirsi, formando un solo centro di potere, una nuova e unica entità più rilevante e pericolosa. Per evitare ciò, il potere centrale tende a dividere e a creare dissapori tra le fazioni, in modo che quest'ultime non trovino mai la possibilità di unirsi contro di esso.
Un esempio moderno si poteva veder applicato nell'impero coloniale britannico, più precisamente nell'India britannica, dove gli inglesi utilizzavano marginalmente i loro eserciti, e contestualmente alimentavano le diatribe tra le tribù che combattevano l'una contro l'altra, ignare che così facendo semplificavano il governo e il dominio dei britannici. Nello specifico, gli inglesi mantennero i confini regionali tra le varie etnie indiane, per preservare le diversità culturali e linguistiche nonché gli attriti e le rivendicazioni territoriali di un'etnia sull'altra, e per mantenere i dissapori e i contenziosi di carattere religioso e sociale. Difatti, questa situazione sopravvisse anche all'indipendenza dell'India britannica, sfociando in una serie di lotte interne al subcontinente indiano, che frammentarono quello che un tempo era il grande impero indiano-britannico in sei stati indipendenti (India, Pakistan, Nepal, Bangladesh, Bhutan e Sri Lanka) invece che in una grande entità nazionale. Le diatribe e i contenziosi tra etnie avevano vinto sulla volontà di un popolo di costituire una nazione unita.
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Gia Divide et impera, si in effetti dividi la popolazione e comandala come ti pare e piace, ecco il significato letterale di queste tre parole.
Se ci fate caso, se ci ragionate un po sopra vedrete che noi italiani siamo nelle stesse condizioni, ci dividono facendoci il lavaggio del cervello (e noi come pecore li lasciamo fare) in tanti partiti piccoli o grandi che siano, di centro, di destra, di sinistra o di altri colori indefiniti, e noi ci dividiamo, ci accusiamo, ci indichiamo e additiamo, ci scanniamo, siamo l’uno con l’altro e loro (i furbi) fanno e continuano a fare i cassi loro.
E cosi fanno promesse sopra promese parecchie delle quali non saranno mai mantenute, sia volontariamente o involontariamente, ma loro intanto saranno gia seduti sulle loro belle comode poltrone, mentre noi come tanti baccala continuiamo a metterci gli uni contro gli altri abbocando a tutte queste belle promesse.
Se invece tutti pensassimo liberamente con la nostra testa e non ci lasciassimo manipolare da nessuno, immagginate cosa potremmo fare, li faremmo letteralmente cagare addosso, sarebbero loro a fare quello che diciamo noi e non il contrario.
Dalla storia copiamo solo cose senza senso, parecchie cose buone non vengono mai copiate, per esempio, nell’antica e democratica Atene, i politici che non venivano ritenuti più degni, dopo una votazione venivano addirittura esiliati fuori dai confini della città stato, ecco un’ottima idea che sarebbe degna di essere rispolverata.
mercoledì 30 gennaio 2013
Gigi Proietti
Dedicata a tutti quei ROMPI..GLIONI che durante il periodo pre-elettorale vengono a leccarti il sedere per convincerti a votare per questo o per quello oppure per loro, poi puntualmente quando le elezioni sono oramai finite come al solito e come da prassi, quando ti incrociano fanno finta di non vederti.
A sor coso, visto che fai cosi ti dedico un'altra canzone, del grande Gigi Proietti.
domenica 27 gennaio 2013
Un po di buonumore 1
tratto da http://www.maggioantonio.it/barzellette/uccelli.htm i mie ringraziamenti all'autore.