martedì 15 dicembre 2009

Barzellette

Ecco alcune barzellette, ovviamente non sono mie ma raccolte qua e la, segnalatemi la migliore.

Appena possibile ne postero altre.

Altre barzellette su questo blog le puoi trovare a questo link

http://carolemico.myblog.it/archive/2009/12/21/barzellette-2.html 

Extraterrestri

Due extraterrestri, lui alto e muscoloso, lei tutta curve, atterrano vicino alla villa di due terrestri che, passati i primi attimi di paura, cercano di fraternizzare. I terrestri offrono loro cibo, poi chiacchierano e alla sera decidono di fare all'amore scambiandosi di coppia.
Cosi' in camera da letto i due si spogliano, ma per la donna terrestre c'e' una grande delusione: l'alieno possiede un cosino minuscolo. L'alieno pero' si tira l'orecchio destro e, meraviglia, il suo cosino si allunga a dismisura.
La donna spalanca gli occhi: "Si', ora non e' male come lunghezza,
pero' e' un po' misero come diametro...". Allora l'alieno si tira l'orecchio sinistro e il suo coso si allarga e diventa enorme. Cosi' per tutta la notte fanno l'amore.
La mattina dopo i 4 fanno colazione e poi i due alieni ripartono.
La donna allora si rivolge al marito: "Caro, e' stata una esperienza spaziale... e a te, dimmi, come e' andata ?".  "Non saprei, che strane abitudini! Per tutta la notte non ha fatto che tirarmi le orecchie"
 

Da utente anonimo su:- http://cegliemessapica.splinder.com/

 Incidente stradale
Un uomo e una donna si scontrano in un incidente automobilistico.
Le due auto sono distrutte, ma nessuno dei due fortunatamente e' ferito.
Riescono a strisciare fuori dalle macchine sfasciate e la donna dice all'uomo:
'Non riesco a crederci: tu sei un uomo... io una donna.
E ora guarda le nostre macchine: sono completamente distrutte eppure noi siamo illesi.
Questo e' un segno: il destino ha voluto che ci incontrassimo
e che diventassimo amici e che vivessimo insieme in pace per il resto dei nostri giorni.'
E lui:
'Sono d'accordo: deve essere un segno del cielo!'
La donna prosegue:
'E guarda quest'altro miracolo... La mia macchina e' demolita,
ma la bottiglia di vino che avevo dentro non si e' rotta.
Di certo il destino voleva che noi bevessimo questo vino
per celebrare il nostro fortunato incontro...'
La donna gli passa la bottiglia, lui la apre, se ne beve praticamente metà
e la passa a lei... ma la donna richiude la bottiglia senza berne neppure una goccia.
L'uomo le chiede:
'Tu non bevi?'
E gli risponde:
'No ... io aspetto che arrivi la polizia stradale...'
MORALE:
NON SIAMO BASTARDE. SIAMO SOLO PIU' INTELLIGENTI!

 Tratto da:- http://polveredistelle.myblog.it/

 

Un uomo, in preda ad un forte esaurimento nervoso

si trova sul cornicione di un palazzo e

minaccia di buttarsi di sotto.

Un vigile del fuoco nel frattempo,

cerca di farlo tornare alla ragione:

-Non si butti... pensi a sua moglie!

-Non me ne frega niente di mia moglie!

-Allora pensi ai suoi figli!

-Non me ne frega niente neppure dei miei figli!

-Allora... pensi... pensi alla primavera che sta arrivando!

-Non me ne frega niente della primavera!

La odio... sono pure allergico ai pollini!

-Va bene, allora pensi alla Roma che quest'anno può vincere lo scudetto!

- Non me ne frega niente della Roma!

- E allora buttati maledetto laziale!!!

...

Due uomini robusti, cercando di uscire contemporaneamente dall'ascensore,

si incastrano nella porta.

Il primo fa al secondo:"Ruoti, faccia da perno"

Ed il secondo, stizzito, risponde:"Ruoti lei, faccia da culo!"

...

Il generale entra in caserma in borghese.

Ad un tratto vede che la sentinella

se ne sta appoggiata al muro non curante di nulla.

Il generale gli si avvicina e gli dice:- Ma lo sai chi sono io?

La guardia, si gira verso un gruppo di commilitoni ed esclama

:- Oh, ragazzi, venite qui.

Qui c'e' un vecchio rimbambito che non sa piu' chi e'!!!

...

Un campagnolo è in treno, pallido, tremante e con l'aria agitata.

Un giovanotto, nello scompartimento,

gli chiede il motivo di quest'ansia.

- Eh, devo andare a lavorare a Milano, e ho una paura boia!

Delinquenti, droga, sparatori e e tutte quelle cose lì!

- Tutte storie! - risponde il giovanotto -

Io sto a Milano da quando sono nato,

ci lavoro da sempre e non ho mai avuto problemi!

E il campagnolo:- Oh, che notizia confortante!

Ma lei che lavoro fa a Milano?

- Mitragliere di coda sul furgone blindato di un panettiere...

...

Un signore corpulento è fermo davanti ad una scuola,

una signora chiede:"Scusi, aspetta un bambino?"

E lui risponde:"No signora, sono così di costituzione!"

...

Un tale ha la spiacevole sorpresa di trovare la propria auto,

parcheggiata sotto casa, con una vistosa ammaccatura.

Nel vedere un biglietto infilato sotto il tergicristallo si rincuora,

poi lo legge.

C'è scritto:"Gentile signore, purtroppo nell'uscire dal parcheggio,

ho urtato la sua macchina danneggiandola.

La gente che mi osserva pensa che ora io stia scrivendo le mie generalità,

come sarebbe di rigore in questi casi.

Ma non mi sogno nemmeno di farlo.

Buona giornata!"

...

Una signora entra in una macelleria.

- Mi dia un chilo di tacchino, per favore.

Il macellaio risponde urlando

:- Mi dispiace, signora, ma il tacchino è esaurito!

La signora:- Miiii, il tacchino è esaurito, la mucca è pazza, lei urla...

ma calmatevi tutti!!!

...

Moglie al marito:

"Guarda un pozzo dei desideri!

Andiamo a vedere

"Si avvicinano per guardare e...

lei inciampa e cade giù

Lui: "funziona!"

...

Sapete qual è quella cosa che si fa in 5 minuti e ti frega per 9 mesi? -

L'iscrizione a scuola...

 ...

Queste invece sono state prese da:- http://riflessolibero.blogspot.com/

 

domenica 6 dicembre 2009

Coltivare la terra

Date anche un'occhiata a questa discussione correlata al sottostante post

http://www.midiesis.it/index.php?q=node/1326

Io e la mia terra, le condizioni dell'agricoltura a San Michele

La mia terra in questo contesto si riferisce alla terra da coltivare.

Era da tempo che volevo scrivere un post su questo argomento, continuavo a rimandare un po' per mancanza di tempo e anche per mancanza di volontà, ora invece sono stato spinto da questo, l'altro giorno rispondendo ad una discussione su un blog amico, http://www.midiesis.it/, (discussione scaturita da un manifesto di un sindacato inerente lo sviluppo ed i rilancio della nostra provincia, ma la discussione in se verteva sullo sviluppo e lo sbocco dell'agricoltura in San Michele), sono stato accusato (riporto le precise parole con un taglia ed incolla) "" Beato te che puoi adoperare la terra come bene voluttuario e non come mezzo produttivo sottraendola cosi a qualcuno che la farebbe produrre per il proprio ed altrui benessere; magari usufruisci anche dell'aiuto comunitario che sarebbe meglio se andasse a chi la terra la lavora e la fa produrre. G. Epifani ""

Allora caro amico G. Epifani (almeno sino a prova contraria io ti considero tale), scusa se per brevità ti do del tu, devi sapere, che io nel lontano 1968 (forse tu non eri ancora nemmeno nato) come tanti figli di questa amara terra, sono andato via dal mio paese (San Michele Salentino), dopo quasi 40 anni di lavoro, essendo ormai in pensione, vi ho fatto ritorno, non essendo capace, come tanti fanno, di andare ciondolando per la piazza o per locali dalla mattina alla sera, ho pensato di dedicarmi a livello di passatempo (oppure hobby come si dice ora) ad un piccolo appezzamento di terreno (un tomolo,8.000 mq) lasciatomi in eredita da mio padre. Avrei potuto fare come tanti starmene seduto a godermi la mia pensione potresti ribattere, no invece non sono capace di stare senza far nulla.

Lo sai che a leggere quello che scrivi mi sembra di avere a che fare con un amico che avevo in Piemonte, un operaio della Fiat a Torino, era un comunista sfegatato e a sentir lui sincero, non poteva fare un qualsiasi discorso senza infilarvi la frase che si usava allora "" LA PROPRIETA' E' UN FURTO "", chi ha terreni, chi ha proprietà di  qualunque tipo, chi ha soldi, li deve dividere con gli altri, questo era il suo credo e lo sbandierava ai quattro venti, qualsiasi discorso si cominciasse alla fine lo girava sulla politica. Un paio di anni dopo gli mori il padre, a seguito di questo egli eredito una bella villa in zona montuosa e residenziale, un appartamento in Torino centro e una cascina con annessi più di una decina di ettari di terreno agricolo nella pianura vicino a Venaria Reale ed un discreto conto bancario, per un valore (all'epoca 1973) di oltre un miliardo di lire. Allora a quel punto io come il classico diavoletto dei fumetti gli buttai la frase "ORA SEI PROPRIETARIO ANCHE TU, PERCHE' NON DAI CORSO AL TUO CREDO POLITICO E DIVIDI I TUOI AVERI CON GLI ALTRI?" la risposta, d'altronde scontata, non si fece attendere e mi disse con la voce alterata " MA SEI SCEMO, QUELLA E' ROBA MIA ", al che io ribbattei " COME LA PROPRIETA' DEGLI ALTRI BISOGNAVA DIVIDERLA, MENTRE LA TUA ORA TE LA TIENI BEN STRETTA? ", lo vidi cambiare colore, ci penso un poco poi mi disse " SENTI NON MI PARLARE PIU', D'ORA IN  POI NON SIAMO PIU' AMICI ", e si avevo colpito sul vivo, da allora non l'ho più visto. E già, la gente parla, parla, si riempie la bocca ma all'atto pratico?, tutto fumo e niente arrosto.

Punto primo, visto che sei anche male informato, devo dirti che gli incentivi comunitari ossia quella miseria che viene chiamata "" integrazione ""  per essere devoluta occorre presentare le bollette di vendita (o produzione dell'olio) delle olive, rilasciate dal frantoio oleario, quindi se uno non raccoglie non può presentare alcuna bolletta di conseguenza non può richiedere nessuna integrazione. Io in effetti non ne ho mai prese.

Punto secondo, il poco tempo che ho e la poca salute che mi rimane la uso per coltivarmi qualche ortaggio, giusto per il gusto di avere e mangiare qualcosa che ho coltivato io stesso, con quello che mi costano al mercato ne potrei comprare tre o quattro volte tanto, ma si sa il gusto della cosa propria.

Punto terzo, qui sarebbe da tirare un velo pietoso, quanti giovani oggi si dedicano alla coltivazione della terra (fatti un giro per le campagne poi vieni a dirmi quanti giovani hai visto lavorare nella terra, troverai solo gente della mia età se non più vecchi di me), certo se vogliamo forse non è tutta colpa loro, coltivare la terra non rende e da poca soddisfazione.

Punto quarto, il mio pezzettino di terra non risolverebbe i problemi finanziari e alimentari di nessuno, non è certo un'azienda di grandi dimensioni, mio padre (buon'anima) diceva "una volta su un tomolo di terra ci mangiava una famiglia di dieci persone, oggi non bastano dieci tomoli di terra per far vivere una sola persona".

Caro amico, si vede che non sei nemmeno figlio di contadini (anche se oggi e stata inflazionata anche questa parola, come tante altre, ma io la uso ugualmente, ora si dice agricoltore), tu non hai nemmeno la più pallida idea di cosa vuol dire mandare avanti un uliveto o un terreno in generale, se un agricoltore si arrangia da solo a fare tutti i vari lavori ancora ancora se la cavicchia, ma chi come me si trova a dover usare la manodopera altrui e a dover pagare gli operai, mi dici dove sta il guadagno?, ti faccio una piccola nota a livello teorico delle spese:- le piante di olivo vanno potate come minimo ogni 4 anni, un potatore come giornata e contributi costa minimo 80 euro (forse molto di più), in un giorno ammettiamo che riesca a potare due o tre piante (se è fornito di motosega altrimenti ne riesce a fare si e no due,  poi e da dire che se usa la motosega la giornata sale a 100 e passa euro), io ho 70 piante (prova a fare un pò di conti) sono quasi 2400 euro; la legna della potatura non la posso mica lasciare nel terreno la devo far spezzettare, raccogliere la frasca e farla bruciare; le piante vanno arate (per chi lo fa); poi vanno concimate; se occorre vanno irrorate per evitare malattie della pianta o delle olive; i tronchi e i rami vanno puliti ogni anno dai rametti indesiderati (scatton e sopra cavadd); va preparato il terreno prima della raccolta per facilitare tale operazione; durante il periodo della raccolta poi bisogna effettuare anche il diserbamento sotto gli alberi. Facendo una media tutti questi lavori e materiali vanno a costare minimo dai 2000 ai 4000 euro per anno e dico poco. Devi anche sapere che una pianta di olive produce ad anni alterni, un anno carica e l'anno dopo poco o nulla. Nell'annata dopo la potatura la pianta porta poche o per niente olive.

Periodo della raccolta delle olive (ammesso che dopo tutte le spese affrontate le olive ci siano, a parte permettendo, malattie delle olive, pioggia, maltempo, fango, insetti vari (che infettano le olive facendole diventare scadenti), storni (uccelli, fastidiosi che rovinano il terreno e mangiano olive e purtroppo, non ho capito ancora il perché, protetti per legge) forse ho dimenticato qualcosa?) devo pagare almeno due operai/e ad un costo minimo di 40-50 euro al giorno, io ci devo mettere la scopatrice, la macchina per pulire le olive e il trasporto di tutto,  anche se in due e col mio aiuto si riesce a raccogliere in un giorno 10 quintali di olive, al momento della vendita te le pagano a 10-12 ero a quintale, sono 100-120 euro, levando le spese per pagare gli operai mi rimane l'ingente cifra di circa 20 euro, da li devo levare la benzina per le macchine e per il trasporto (dico poco 10 euro), diciamo che io ho lavorato solo per passione, con quei 10 euro dovrei ammortizzare (non dico guadagnarci) le spese sostenute per mandare avanti l'uliveto, quanti quintali di olive dovrei raccogliere durante l'anno?  Te lo dico io qualcosa come minimo dai 200 ai 400 quintali di olive per anno. Una pianta di grosse dimensioni può arrivare a produrre e deve essere carica a spezzare 8-12 quintali di olive, il mio terreno potrebbe arrivare nell'annata buona a 80-100 quintali. Ed il resto da dove lo prendo?, e nell'anno che non ci sono olive?

Per la verità alcuni anni fa ci fu una annata eccezionale ogni pianta ne portava anche di più, ma le olive le pagavano a 7 euro al quintale, quindi vedi un po' tu, non sarebbero bastati nemmeno per pagare gli operai. Cosi lasciai perdere sotto gli alberi oltre 80 quintali di olive, si proprio cosi, 80 x 7 fanno 56, cioè 560 euro, per poter raccogliere le olive dovevo pagare due operai per dieci giorni per un totale di 800 euro, ci dovevo rimettere sopra pure 240 euro per pagare gli operai e tutte le altre spese?

Il discorso e diverso per una grossa azienda che abbia minimo 50-100 ettari di terra, che si può attrezzare con i macchinari necessari e dove due operai fanno il lavoro che nei piccoli terreni occorrerebbero 20 persone, li si ci potrebbe essere qualche guadagno, eppure anche quelli si lamentano.

Quindi perché ci devo rimettere sopra soldi e salute, solo per far arricchire chi lo è già di suo ed ingrassa alle spalle dei poveracci che lavorano come bestie nella terra, no, come diceva quello io non ci sto, preferisco lasciar marcire le olive sotto le piante e ricavarne legna da ardere (se la volessi vendere me la pagano più delle olive). E non credere che mi diverta, QUANDO TAGLIO QUEI RAMI MI PIANGE IL CUORE, ti giuro che davanti alla lama della motosegha vorrei avere ad uno ad uno coloro di cui e la colpa di tutto questo.

Anni fa ho provato a dire ad un vicino di coltivare la mia terra come si dice qui da noi "alla part", mi ha risposto che non gli conveniva se volevo gli dovevo lasciare tutto il raccolto, che dovrei fare secondo te prendere il mio terreno e regalarlo al primo sfaticato che passa?, da un certo punto di vista mi tocca anche dar ragione al mio vicino, per come vanno le cose ora, se io avessi intorno ai ventanni e venisse qualcuno a dirmi vieni nel mio terreno fai tutti i lavori occorrenti ed il raccolto e tutto tuo io, gli direi di no, mi converrebbe di più andare a lavorare alla  giornata, almeno è sicuro che alla sera porto a casa la pagnotta, nel terreno c'è il rischio che dopo aver lavorato tutto un anno alla fine ti ritrovi con un pugno di mosche in mano. I vecchi dicevano fatij e fatij e la ser pan e cipodd (lavori e lavori e alla sera mangi pane e cipolla).

Ecco parliamo di te per esempio, facciamo cosi,  io mi tengo solo un pezzettino di terra (circa 250-300 metri) in cui coltivo gli ortaggi, tutto il resto (circa 7700 metri) lo metto a tua disposizione, ti raccogli tutto ciò che produce la terra, ma lo devi fare a tempo pieno non come secondo lavoro,  poi come ovvio mi devi anche fare tutti i lavori occorrenti nel terreno, potatura degli alberi (va fatta quest'anno), aratura di tutta la terra (va fatta come minimo 5-6 volte l'anno), concimare, diserbare, irrorare le piante, ecc. ecc., mi devi solo dare un pò di legna quando poti gli alberi. Vorrei proprio vedere quanto tempo riusciresti a resistere. Pero se mi lasci la terra prima di cinque anni mi devi pagare una penale di almeno 10.000 euro. Ti va?, Accetti? Mettiamo tutto per iscritto?

I lavori nei terreni, almeno nei piccoli poderi, oggi viene fatto solo a livello familiare, la maggior parte dei lavori vengono fatti in proprio e di quel poco che riescono a ricavare ringraziano Dio e tirano avanti alla belle e meglio, ma ripeto chi lo fa in maggioranza sono persone anziane che hanno gia la loro pensione (male che vada mangiano su quella) o persone che lo fanno nei ritagli di tempo o la domenica, dopo un altro lavoro, ma di gente che ha un tomolo o due di terra e che si dedica a tempo pieno solo a quello non ne trovi più di certo.

Coltivare la terra conveniva una volta (conveniva per modo di dire, la vita nella terra è stata sempre una vita grama, sangue e sudore come si diceva una volta, una vita da cani dico io), ricordo tempo fa nel 60-70 (la raccolta delle olive veniva fatta ancora tutta a mano) le olive venivano pagate (e se le venivano a prendere a casa o in campagna, oggi le devi portare fin dentro l'oleificio) dicevo venivano pagate 10-11 mila lire a quintale.

Un quintale di mandorle veniva pagato anche 200 mila lire al quintale (e anche di più), oggi le mandorle le pagano tra i 40 e i 60 euro, ora chi ha ancora delle piante di mandorlo ne sta facendo legna da ardere.

Vi è stato un periodo in cui le piante dei fichi erano la ricchezza del paese, centinaia e centinaia di persone dei paesi limitrofi si riversavano in San Michele per essere ingaggiate come manovalanza per la raccolta dei fichi. Oggi non esiste più nemmeno la millesima parte delle piante di fichi di allora e quelle poche rimaste stanno sparendo lentamente, non vi è più alcun guadagno a coltivare i fichi (la legna dei fichi non è buona nemmeno per il camino).  

Perché tu possa fare un raffronto ti faccio alcuni esempi:- la giornata di una donna a raccogliere le olive costava 1000-1500 lire, un litro di olio costava 800-1000 lire, un kg. di pane costava 50-60 lire, un caffè al bar costava 10-15 lire, la benzina costava 80-90 lire, nota che parlo di lire non di euro.

Certo anche allora nessuno si arricchiva coltivando un piccolo appezzamento di terra ma la gente vi si dedicava a tempo pieno perché c'era un certo tornaconto, e poi non vi erano altre alternative o la terra o emigrare.

Non è certo senza motivo che girando per le campagne si vedono innumerevoli cartelli di terreni messi in vendita  (e sono sempre più in aumemento), e nota che parecchi cartelli sono li da anni e anni.

Mi auguro ardentemente che tutti i piccoli coltivatori di San Michele, si decidano ad unirsi tutti (e dico tutti, senza distinzione di colore politico, età ed altro) in un'associazione e che facciano valere i propri diritti, senza più farsi calpestare da chicchessia. Come hanno già fatto in altri paesi, avendo cosi la possibbilità di far sentire la propria voce e dettare legge sul mercato dei prezzi. In altri posti ragionano, ho la merce la pagano al nostro prezzo o rimane li a marcire sul campo, non come si fa qui meglio accontentarsi di poco che di nulla, no non è cosi cacchio è sbagliato, più si fa cosi più se ne approfittano, chi ci rimette sono sempre i piccoli coltivatori, come dice il detto il cetriolo gira e gira e finisce sempre in cu.. all'ortolano. Bisogna alzare la testa. E non ditemi che esistono già i sindacati, non servono a nulla, sono solo vecchi carrozzoni da demolire. INSOMMA BISOGNA SVEGLIARSI.

Quindi finendo il  discorso, no caro amico, non è a me che devi guardare e additare come affamatore del popolo, non immettendo nulla sul mercato non faccio abbassare ancora di più i prezzi, anzi se vogliamo in un certo qual senso nel mio piccolo aiuto l'economia del paese (essendo tornato a vivere i miei ultimi giorni qui) qui spendo la mia pensione qui faccio la spesa qui lascio il mio denaro (in pratica come se fossi un turista), non sono uno squalo come tu mi vuoi dipingere, sono ben altri gli squali e sono tanti, sono in mezzo a noi e una parte di essi li conosciamo tutti,  io vivo solo della mia pensione che mi sono sudato in 40 anni di onesto lavoro, che certo mi permette di vivere in modo decoroso e senza dover chiedere nulla a nessuno. E se non me lo avesse lasciato mio padre non avrei nemmeno quel pezzettino di terra e quelle quattro mura in cui mi riparo la notte.

Ti saluto caro G. Epifani e senza alcun rancore da parte mia.      

Un saluto anche agli altri due autori dei commenti sotto riportati. 

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(ho volutamente eliminato, per motivi di spazio, il manifesto se a qualcuno interessa leggerlo lo può trovare al seguente link  http://www.midiesis.it/index.php?q=node/1286

da cui sono stati tratti i commenti qui sotto, che hanno dato origine alla discussione, si ringrazia la direzione del blog su menzionato)

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Per lo sviluppo ed il rilancio della provincia di Brindisi

Riceviamo il presente documento unitario dalla CGIL di San Michele e volentieri pubblichiamo
Brindisi, 10 luglio 2009

Non ci credo. Questo non

Inserito da edmondo il Lun, 2009-11-30 07:38

Non ci credo. Questo non può essere un documento della CGIL-CISL-UIL di Brindisi!
10 punti, tutti importantissimi da portare sul tavolo della concertazione anche quello relativo alle "attività socio culturali e formative"; neanche una parola sulla crisi agricola!
Qui non si tratta di individuare "assi prioritari d'intervento per lo sviluppo ed il rilancio della provincia di Brindisi; ma di decidere la definitiva scomparsa di un popolo, la sopravvivenza di quanti ,ostinatamente,continuano a credere nel valore del lavoro onesto nel rispetto del territorio.
Peccato che neanche i maggiori sindacati siano vicini agli agricoltori che vedono mortificati i lori diritti da balorde normative europee, grandi speculazioni internazionali,colpevoli omissioni di enti proposti e pagati per sorvegliare-controllare-certificare, associazioni di categoria bravissime solo nel trattenersi la quota parte di competenza sugli aiuti comunitari, spregiudicati commercianti.
Poveri agricoltori, sono soccombenti anche con l'annuale guerra con gli storni!!

Caro Edmondo, sono

Inserito da Anonymous (not verified) il Lun, 2009-11-30 18:11

Caro Edmondo, sono mortificata quanto te per le sorti dell'agricoltura, ma al punto 7 della piattaforma, CGIL, CISL E UIL chiedono all'agricoltura brindisina il salto di qualità necessario a rendere il comparto agricolo alla pari delle altre realtà produttive.

7) Apertura di un apposito tavolo di confronto con i soggetti interessati, al fine di individuare le possibili azioni a sostegno dell'Agricoltura e dei lavoratori agricoli, incentivando i marchi di qualità, pensiamo ad un marchio produzione brindisina, e sostenendo la filiera corta attraverso forti incentivi ai farmer market o negozi del contadino.

Ritengo che in queste righe ci siano le prospettive di una rinascita attraverso l'innovazione, la qualità e attraverso una qualsiasi forma di lavoro condiviso che può portare anche i piccoli produttori del nostro comune e della nostra provincia a fare sistema.
Se ci si mette insieme si è più forti sul mercato, la sfida è proprio questa, copiare il sistema di altre realtà per ridare dignità al comparto agricolo. Ma pari dignità va garantita anche ai lavoratori agricoli, che eccetto qualche lavoro specializzato, c'è la diffusa mentalità che se le cose non vanno per il verso giusto si scarica sui lavoratori, con un basso salario, e sull'INPS con l'evasione contributiva.
Posso affermare che nella nostra provincia ci sono aziende importanti per la produzione di vini di alta qualità, ma le stesse aziende pagano dalle 16,00 euro alle 23,00 euro per ogni giornata di lavoro; le stesse aziende dichiarano di rispettare il lavoro e la fatica dei propri dipendenti riconoscendo il valore sociale del lavoro....... Peccato che non si riconosce anche il valore economico.
Sicuramente non basta quanto è stato scritto nella piattaforma, ma è l'inizio di un percorso. Condivido con te che le associazioni dei produttori devono impegnarsi a difendere gli interessi dei rappresentati, ognuno per le categorie che rappresenta, lavoratori o datori di lavoro, affinchè si torni a parlare di lavoro onesto e dignitoso che rende liberi e che rende giustizia da qualsiasi parte stai.
Resp. CGIL San Michele Sal.
Maria Ciraci

Agricoltura a S. Michele

Inserito da lemico il Lun, 2009-11-30 19:47

Ciao, ma cosa puo incentivare un piccolo agricoltore di San Michele, quando dopo aver lavorato tutto un anno sulla terra, dopo aver speso denaro per arare la terra; potare gli alberi; diserbare (bella fessagine); magari irrorare le piante per evitare malattie; ed altri lavori; dopo aver passato nella terra umida (e alle zanzare) 7-8 ore, due o tre persone per raccogliere 5-6 quintali di olive se le vede pagare a 12 euro al quintale (secondo me ci vanno a rimettere). Io ho risolto diversamente, uso l'uliveto come un bosco da cui ricavare legna da ardere nel mio caminetto, le olive non le raccolgo più, ci rimetto di tasca.
Ergo questi manifesti sindacali o politici che siano per me sono solo una presa in giro (e non voglio essere volgare).

Beato te che puoi adoperare

Inserito da Anonymous (not verified) il Mar, 2009-12-01 18:55

Beato te che puoi adoperare la terra come bene voluttuario e non come mezzo produttivo sottraendola cosi a qualcuno che la farebbe produrre per il proprio ed altrui benessere; magari usufruisci anche dell'aiuto comunitario che sarebbe meglio se andasse a chi la terra la lavora e la fa produrre.

G. Epifani

 

 

sabato 5 dicembre 2009

L’acqua in Puglia

L'acqua in Puglia

 La gestione privata dell'acqua pubblica è legge

Il decreto legge che privatizza l'acqua, dopo aver incassato la fiducia al Senato, passa anche alla Camera con 302 sì e 263 no, in aula a votare, e a dimostrare quanto il governo tenga a questo decreto, anche Silvio Berlusconi. 

Ecco questo è l'inizio di uno dei tanti articoli seguiti al decreto legge sulla privatizzazione della gestione degli acquedotti in Italia, a seguito del quale come tutti sappiamo si è scatenata una marea ed una bagarre di polemiche sia contro che pro questo decreto.

Ma il mio sfogo, quello di cui voglio parlare (haemm scrivere) non riguarda una ulteriore polemica pro o contro il predetto decreto, la cosa che mi fa imbestialire è ben altra, rimanendo sempre in attinenza con l'acqua.

Ora dico io, santo iddio, una volta tanto che una cosa voluta dal governo centrale di Roma, che sia fatta bene o fatta male non voglio entrare nel merito, ci tocca solo relativamente se non addirittura per nulla, che succede, i nostri emeriti (non voglio essere volgare) governanti regionali di Bari, per dovere di cronaca è per chi ancora non lo sapesse l'Acquedotto Pugliese (tra l'altro il più grande dell'Europa) che è responsabile della distribuzione dell'acqua in Puglia, Basilicata e altri comuni di alcune regioni confinanti con la nostra è una società s.p.a, quindi una società privata a tutti gli effetti, dicevo i nostri governanti non potendoci mettere le mani sopra, non si può privatizzare qualcosa che è gia privata, hanno pensato bene di aggirare l'ostacolo inventandosi una legge (con questa risolveranno tutti i problemi della Puglia?) per cui l'acqua dev'essere pagata in base al reddito finanziario delle famiglie.

Dunque a parte il fatto che l'Acquedotto Pugliese a sempre funzionato anche se con alti e bassi funzionava, ed i prezzi dell'acqua erano tra i più bassi d'Italia. Come ben si sa, esiste un detto qui da noi, la merda più la rigiri e più puzza, di questa legge chi ne pagherà alla fin fine le conseguenze TUTTI NOI.

Tra l'altro è da dire che questa legge così com'è concepita non sarà altro che una ricompensa, un premio, per i soliti evasori fiscali, non farà altro che confermare che la furbizia alla fin fine paga, non farà altro che invogliare altri a fare i furbi ed evadere ancora di più le tasse. Come al solito chi rimarrà invischiato nella rete?, sempre i soliti, i stipendiati a reddito fisso, i dipendenti pubblici, i pensionati ed i pochi che versano regolarmente sino all'ultimo centesimo di tasse dovuto all'erario, ma le migliaia di liberi professionisti, commercianti, faccendieri vari ecc., è sono tanti questi furbetti che dichiarano molto ma molto meno di quanto effettivamente guadagnano, quelli come al solito la faranno franca.

Non potevano lasciar scorrere l'acqua come scorreva e pensare a cose più serie e più urgenti?

Diceva bene quello, si stava meglio quando si stava peggio.

Povera Italia.

Ciao gente, aspettatevi una bella stangata alla prossima bolletta dell'acqua.

 

Date un'occhiata a questo link, non staranno mica facendo lo stesso giochetto anche con l'aqua?

http://www.arpa-oria.com/2009/12/in-campagna-elettorale-ci-tolgono-o.html

domenica 29 novembre 2009

Come costruire un UFO

Come costruire un UFO

Mi sono fatto un'idea di come qualche buontempone potrebbe fare per costruire un cosiddetto UFO (come quelli che io e tante altre persone abbiamo visto e di cui parlo nei miei due post), divertendosi alle spalle di noi poveri creduloni. E spero ardentemente che la cosa sia solo  veramente e semplicemente cosi e non ci sia altro sotto.

Materiale occorrente:- circa 100 metri di filo elettrico bipolare; un portalampada o un faretto; lampada meglio se colorata; alcuni palloncini gonfiati con elio; una prolunga elettrica.

Per costruirlo, basta mettere ad un capo del filo una spina elettrica; all'altro capo montare il porta lampada o il faretto; innestare la lampadina; di sera tardi o di notte (insomma con l'oscurità), salire sul tetto di casa (meglio se si abita a dei piani alti); stendere la prolunga elettrica; legare assieme i fili dei palloncini; fermare a qualche base o oggetto pesante il capo del filo dove si trova la presa elettrica; prendere il capo del filo a cui e attaccata la lampada e a circa 10-15 cm. dalla lampada fare una specie di anello col filo stesso, fare passare all'interno i fili dei palloncini e legarli saldamente; lasciare andare i palloncini i quali salendo si porteranno appresso il filo elettrico e la lampada; quando il filo è a una certa altezza o completamente teso dare corrente innestando l'attacco della prolunga con la spina del filo teso.

Immediatamente si avrà il proprio UFO personale, visibile a chilometri di distanza. Basta scuotere o abbassare e lasciare il filo e da lontano si avrà l'effetto del movimento dell'UFO. Certo che il gioco può durare solo pochi minuti altrimenti si finirebbe con l'essere scoperti.

Alla fine basta staccare la spina elettrica e recuperare filo e palloncini.

ATTENZIONE, io però non mi assumo nessuna responsabilità, se qualcuno volesse fare la cosa, lo fa a suo rischio e pericolo, potrebbe tra l'altro correre il rischio di essere denunciato per procurato allarme. 

Dai anche un'occhiata a questo post 

 http://carolemico.myblog.it/archive/2009/10/06/strano-fenomeno.html

sabato 21 novembre 2009

Maya: apocalisse nell’anno 2012

Aggiornamento del 21/11/2009

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 Ho appena finito di leggere (tutto dun fiato) questo libro dedicato all'argomento, è un bel libro ricco di informazioni è gli argomenti sono trattati in modo esauriente, se vi capita non lasciatevelo sfuggire, costa solo 17 euro.

 

 

 

Date una lettura al post di questo link -  http://piramidiinitalia.myblog.it/archive/2009/11/21/una-sorprendente-scoperta-nel-cuore-dell-africa-una-metropol.html

Potrebbe essere l'ulteriore conferma che la nostra non è la prima civilta sulla faccia della Terra, e che invece ve ne sono state molte altre prima della nostra.

 

                                          16 novembre 2009

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Cosa succederà effettivamente nel 2012, ma chi lo sa?, rifatemi la domanda nel 2013 (se ci saremo ancora) allora sicuramente ve lo saprò dire.

A parte gli scherzi, troppe cose coincidono troppe premonizioni, troppe certezze scientifiche, quello che già succede, o che sta succedendo sulla terra, cose che coincidono e confluiscono in una sola data il 2012.

E’ gia stato scientificamente accertato che ciclicamente in un periodo che va dai 5-6 mila anni ai 20-25 mila anni, sulla terra avvengono delle immani catastrofi a livello globale, in conseguenza di questo la vita sia vegetale che animale e specialmente in modo particolare quella umana viene letteralmente decimata, chi ci dice che nel 2012 non potrebbe avvenire proprio questo. Potremmo essere alla fine della nostra civiltà, almeno come la conosciamo noi.

Certo, come è gia successo in passato qualcuno si salverà, è impossibile che su quasi 7 miliardi di persone non si salvi nessuno, ma con che risultato?, col risultato che le nuove generazioni nate dopo il 2012 potrebbero tornare a vestirsi di pelli di animali.

Proprio cosi, chi si salverà tornerà a vestirsi di pelli di animali, abituati come siamo noi ora a dipendere dalle macchine, dai PC, dalla corrente elettrica, abituati ad avere il cibo già belle pronto in tavola, quanti di noi sarebbero capaci di farsi un vestito di stoffa partendo dalla materia grezza?, quanti di noi sarebbero capaci di produrre cibo dalla terra lavorandola con la sola forza delle braccia?, i pochi sopravissuti di una catastrofe del genere si trasformerebbero in poco tempo in delle bestie selvagge pronte ad uccidere per una scatoletta di carne o addirittura per un semplice topo, una lotta continua per la sopravvivenza il che assottiglierebbe ancora di più il numero dei già pochi sopravvissuti. Nel giro di massimo dieci generazioni il genere umano tornerebbe al livello dei primi uomini di 4 – 5 mila anni fa, dimenticando tutto della civiltà che li ha preceduto, e tornerebbero a lottare per arrivare ad un certo grado di civiltà progressivamente come è successo per noi.

Questo per quanto i nostri scienziati vogliono nascondere (e cercano di nascondere con tutte le loro forze) è gia avvenuto diverse volte è tornerà a ripetersi sul nostro pianeta, impossibile che l’uomo presente sulla terra da milioni di anni sia sempre vissuto come una capra o non è invece che la nostra non è stata la prima civiltà evolutasi sulla terra?

 

 14.01.2009 - 

http://sottovoce360.blogspot.com/

Maya: previsione di un apocalisse nell’anno 2012

Più di una volta l’umanità si è trovata a provare un certo timore al sopraggiungere di alcune date indicate a titolo profetico come fatidiche. E’ successo, ad esempio, per l’anno mille, e il fenomeno si è ripetuto solo 8 anni orsono (almeno per coloro che seguono il calendario gregoriano) durante il nostro primo giorno d’ingresso nel terzo millennio. In ambedue i casi però non si è verificato nulla di quanto previsto, e questo porta a suggerire che si possano dormire sonni tranquilli anche per il futuro.
Ma da qualche tempo il giorno 21 dicembre dell’anno 2012 viene indicato

 Per continuare a leggere clicca qui> 2012.doc

 

 

sabato 14 novembre 2009

Crocifisso

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Il crocifisso

 Tutte queste polemiche degli ultimi tempi sul crocifisso nelle aule scolastiche, hanno confermato è rafforzato ancora di più la mia convinzione la quale è che NOI ITALIANI SIAMO SOLO UNA MASSA DI COGLIONI. No non prendetevela, non voglio essere offensivo verso nessuno ma bensì realista, ed ho pienamente ragione, perchè?, mi spiego con un piccolo esempio:- io vengo invitato in casa di uno qualsiasi di voi, mi presento alla porta, busso, vengo invitato ad entrare e a sedermi, mi viene offerto da mangiare e da bere, poi come normale quando uno entra per la prima volta in una casa che non e la sua, mi comincio a guardare attorno, ad un certo punto vedo un oggetto (sia esso un mobile od un soprammobile o una qualsiasi altra cosa), e subito vi dico che quell'oggetto non mi piace (magari si tratta di un oggetto di cui siete orgogliosi di avere e che è nella vostra famiglia da generazioni ed a cui siete particolarmente affezionati) alle vostre timide rimostranze io ribatto alzando la voce "" QUELL'OGGETTO NON MI PIACE LO DEVI LEVARE, DEVE SPARIRE HAI CAPITO? "".

Ecco ora dico, se io mi comportassi cosi in casa vostra, sarebbe giusto e logico che voi rispondeste "" MA PERCHE NON TE LA VAI A PRENDERE NEL CULO "".

No noi invece no, stiamo zitti, farfugliamo solo delle timide scuse come se avessimo torto.

Il punto è anche che per non essere detti che siamo razzisti spesso e volentieri ci lasciamo mettere i piedi in testa e loro se ne approfittano.

Ecco perché dicevo che siamo coglioni, perché permettiamo a questa gente che viene da fuori, di cui la maggior parte non sono nemmeno stati invitati, dopo che li abbiamo accolti come ospiti (è ripeto l'ospite di solito viene invitato) e trattati meglio di come si trattano i nostri stessi parenti, si rigirano e vogliono imporci il loro credo e le loro usanze. Un ospite ben educato se veramente è tale, si deve adattare alle usanze del padrone di casa non che i padroni di casa si devono adattare a lui e alle sue usanze. Ma una volta non si diceva che l'ospite è come il pesce, dopo tre giorni puzza.

Ma la cosa che mi fa imbestialire di più è che vi sono parecchi politicanti italiani che danno ragione a queste persone. Ma ci rendiamo conto? 

Io come ho già avuto occasione di dire altre volte sono cattolico anche se non professante, pero no in questo non ci sto perché arriva un pinco pallino qualsiasi e deve venire a dire di levare il crocifisso dalle aule scolastiche o da qualsiasi altro posto, quando sono centinaia  di generazioni che il crocifisso è sempre stato li (alcuni addirittura se lo alzate sotto vi trovate la forma sul muro).

Il crocifisso è ormai una nostra tradizione, è entrato nelle nostre usanze, non vi è casa che non ci sia almeno un crocifisso. L'Italia il paese in cui possiamo dire (almeno da qui è partito l'impulso per diffondersi nel resto del mondo) che è nata la religione cattolica, in cui si trova San Pietro la culla della cristianità, costretto da quattro mao mao a rinunciare al crocifisso. No non è assolutamente giusto.

Io che ogni volta che passo davanti al cimitero, al calvario o a una chiesa, mi faccio il segno della croce (me lo faccio addirittura anche quando passo davanti alle cappelle votive sparse per le campagne), non dovrei allora più farmi il segno della croce per non urtare la suscettibilità di questa gente, no, a questo punto di cuore io dico a queste persone MA PERCHE' NON VE LA ANDATE A PRENDERE NEL CULO.

E RICORDIAMOCI, diamogliela vinta sul crocifisso e vedrete che appresso verrà altro, a cosa toccherà dopo che l'avranno vinta col crocifisso?, dobbiamo levare le statue dalle chiese?, o dobbiamo abbattere addirittura le stesse chiese? e chissà cos'altro ancora.

Povera Italia. Fermate il mondo voglio scendereeeeeeeeeeeeeeeeeee.

 

 

martedì 10 novembre 2009

Avvistamento UFO ?

E siamo a due

Oggi 10/11/2009, intorno alle ore 19,30, mentre ci trovavamo sulla circonvallazione di Ceglie Messapica, diretti a San Michele Salentino, (chi conosce quella strada, sa benissimo che è molto in pendenza ed è rialzata, da li si domina il panorama sino a San Michele ed oltre) dunque stavo dicendo, sulla destra della via Ceglie-San Michele all'interno dei terreni, credo fosse ad un chilometro o poco piu da Ceglie, ad un'altezza presumibile attorno ai 100 metri dal terreno, improvvisamente è apparsa una forte luce bianco-gialla, molto brillante, questa luce è rimasta immobile per qualche secondo, poi ha cominciato a salire lentamente in perfetta verticale, non saprei specificare il tempo trascorso e l'altezza, poi all'improvviso cosi di botto è sparita, nel buio e nel nulla.

Qualcuno a notato la stessa cosa?, o sa di che possa trattarsi?

Ma siamo per caso stati presi di mira dagli UFO, a dire della rivista FOCUS (n.204), dai mesi di maggio ad agosto 2009, in Italia sono stati segnalati 1.467 avvistamenti, di cui 182 nella sola Puglia, sicuramente gli avvistamenti saranno molti di più solo che non vengono segnalati, non saprei allo stato attuale a quanti siano saliti gli avvistamenti segnalati, ma sarebbe molto interessante saperlo.

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Post precedente.

Questa sera, 06.10.2009, verso le ore 19,  mentre io e mia moglie in auto stavamo rientrando a casa, eravamo a circa un chilometro da San Michele, sulla via Francavilla - San Michele, siamo stati testimoni di uno strano fenomeno, sopra il centro abitato è apparsa all'improvviso in sospensione una luce rossa, intensa molto forte direi addirittura accecante, non intermittente ma fissa, il fatto è durato pochi secondi dopo di che e sparito.

Purtroppo non ho avuto il tempo di riprenderlo col telefonino.

Dopo dieci minuti circa, mentre ci trovavamo per le strade del paese notavamo la presenza di due elicotteri che giravamo in circolo ad una certa altezza sopra le case.

Qualcuno ha notato lo stesso fenomeno oppure sa di cosa si trattava?

 Dai anche una letta a questo post

http://carolemico.myblog.it/archive/2009/11/29/come-costruire-un-ufo.html

 

mercoledì 4 novembre 2009

alleviare i dolori

San Michele Salentino, 04/11/2009.

Perché per non sentire dolori di qualsiasi tipo, come dice la medicina ufficiale ci dobbiamo per forza imbottire di medicinali, schifezze chimiche, che come ben sanno tutti spesso è volentieri aiutano per una cosa e fanno male per un'altra?

Per il ciclo "medicina alternativa", voglio parlare di una tecnica semplicissima da me praticata (la definirei tecnica ""Carolemico"", non avendone mai sentito parlare da nessuno diciamo che l'ho inventata io) per diminuire (in alcuni casi spariscono per molto tempo) i dolori nelle mani, nei polsi, nelle braccia, nelle spalle e parte del tronco superiore, tra l'altro aiuta anche la digestione, si ottiene anche un rafforzamento dei muscoli delle braccia, dei pettorali e dei vari altri muscoli della parte superiore del corpo.

Ho sviluppato questa tecnica per lenire i dolori che provavo nelle braccia e nelle scapole (sentivo spesso le ossa scrocchiare) specialmente a seguito di un forte raffreddore o quando prendevo freddo.

Provate anche voi questa tecnica, che col tempo e con l'abitudine potrete senz'altro affinare od aggiungerci qualche variante.

I benefici di qualsiasi genere sono sicuri è garantiti, dopo qualche minuto sentirete i muscoli scaldarsi ed un benefico effetto su tutto il corpo in particolare dalla vita in su, respirerete meglio è soprattutto vi accorgerete che parecchi dolori di tipo artritico e reumatoide saranno allentati o spariti del tutto (almeno per un po'), anche chi soffre di dolori al tunnel carpale ne trarrà beneficio. E non dovete attendere i benefici li sentirete gia mentre fate gli esercizi.

Comunque non voglio dire che ci sia una guarigione, questo non lo so, almeno non credo (magari, sarebbe un miracolo), non sono un medico quindi non posso giudicare, ma di sicuro allentano o spariscono (almeno per un poco) quasi tutti i dolori, ed il che non è cosa da poco.

Di questa tecnica ne ho parlato con alcuni medici, come risultato ho solo ottenuto una semplice risposta come "stupidate" ed un sorrisetto ironico, eppure vi giuro sulla mia anima che FUNZIONA, eccome se FUNZIONA, perchè i medici rispondono cosi che motivo c'è sotto, perché per sentirci meglio ci dobbiamo per forza ingozzare di medicine, io non ci sto. Non sara mica sto fatto come tanti, uno per esempio è quello del vaccino per la carie, già il vaccino per la carie sviluppato da anni è non se ne è più parlato, affossato, potete benissimo immaginare il motivo.

Finche funziona uso la mia tecnica. Provate anche voi e gratis (cosa non da poco) e soprattutto (cosa più importante) non bisogna ingurgitare nulla, nessun tipo di porcheria chimica altrimenti detta medicina, e potete interrompere in qualsiasi momento.

Allora andiamo ad incominciare, speriamo di riuscire a farmi capire. Potete farlo sia seduti che stando in piedi o anche sdraiati sul letto.

ATTENZIONE, chi soffre di cuore faccia molta attenzione, provate pure ma se sentite qualcosa che non va smettete subito, la cosa buona sarebbe che queste persone lo facessero sul letto. 

Io ci sono talmente abituato che ormai mi viene naturale, voi partite ricreando lo stato dello stiracchiamento (per capirci quando una persona a sonno o si annoia, allarga e allunga le braccia e di solito sbadiglia, contemporaneamente si sente il corpo come se si allungasse), dopo qualche tentativo ci riuscirete, quando siete in quella posizione restate cosi senza rilassarvi, provate a tirare a voi e poi ad allargare di nuovo le braccia piano piano senza alcuna fretta, sempre rimanendo cosi portate le braccia in avanti, allungatele e ritiratele (sempre lentamente), nell'allungare le braccia girate le mani aperte (come se fossero artigliate) verso il basso , nel ritirare le braccia invece girate le mani (sempre come se fossero artigliate) verso l'alto e spingete i gomiti fin quasi sotto le ascelle. Nel mandare avanti le braccia simulate di spingere qualcosa di pesante, nel ritirarle invece simulate di tirare qualcosa verso di voi. Contemporaneamente a questi movimenti che ripeto devono essere sempre fatti molto lentamente, accompagnate la respirazione, aspirate mentre ritirate le braccia ed espirate mentre le allungate.

Io lo faccio spesso anche quando mi trovo seduto di fronte al computer, rilassa, sgranchisce le braccia e le mani, provate.

Cosa IMPORTANTE, quando volete finire non rilassatevi di botto (specialmente le persone un pò in carne come me), rilassatevi il più lentamente possibile. Questo fatto del rilassarsi lentamente dovrebbe essere fatto anche quando uno si stiracchia normalmente, potrebbe succedere come è successo a me tempo fa (prima di questa tecnica) dopo uno stiracchiamento di sentire un forte dolore all'altezza delle costole, presumo che potrebbe essere stato causato dalla carne o da qualche organo interno schiacciato dalle costole. Di conseguenza fate tutto lentamente.

Ciao, fatemi sapere nei commenti se avete provato e se anche voi ne avete tratto beneficio.

 Date anche un'occhiata a questo post -  http://carolemico.myblog.it/archive/2009/02/27/reflessologia-plantare.html 

Per altri tipi di rimedi clicca sulla voce qui sotto ( lemico in MEDICINA ALTERNATIVA ) e vedere tutti i post

martedì 3 novembre 2009

Cucina sammichelana, cucina mediterranea 1

Prima pubblicazione 15.12.2008.

LA CUCINA SAMMICHELANA, OSSIA LA VERA CUCINA MEDITERRANEA  1

Aggiornamento del 25/04/2012.

Chiedo scusa a tutti, ma mi sono accorto di aver fatto un grosso errore, errore scusabile in quanto io la ritenevo una cosa ovvia almeno per me, mi spiego, il mio è un paese molto giovane, qualcuno dira che c'entra, c'entra, quando San Michele venne fondato meno di trecento anni fa i primi abitanti al 90 % erano persone provenienti dalla vicina Ceglie Messapica, per cui quasi tutte le nostre tradizioni anche quelle culinarie sono di origine cegliese, con qualche piccolissima variante dovuta al rimanente 10% della popolazione proveniente da altri paesi. Ecco questo è quello che avevo dimenticato di scrivere, me ne scuso ancora. 

Quelle che troverete in questo post sono ricette antichissime, cento anni e forse anche molti, molti di più. A che servono tutte stè ricette elaborate?, intrugli come li chiamo io, spendere un sacco di soldi e cosa mangi poi?, solo per fare i sofisici, ma sentite a me mangiate come si deve. La cucina sammichelana antica era una cucina povera, come povera era la gente di quel tempo, gente che cucinava e viveva con quel poco che riuscivano a produrre dalla poca terra di cui erano proprietari o affittuari, ma da quel poco, con la pazienza e sapienza del tempo imparata da generazioni, anche se di cucina povera sempre si tratta, quella gente è riuscita a tirare fuori dei piatti che pur anche se nella povertà dei loro ingredienti, per il sapore e la fragranza, sono da considerarsi dei veri e propri capolavori. Ad onor del vero e anche da dire che quella gente cucinava sul fuoco della legna, e chi l'ha provato sa benissimo che il fuoco della legna e tutta una altra cosa, esalta i sapori, (non chiedetemi perché, non lo so ma è cosi fidatevi) la riprova arrostite la stessa cosa sui carboni e sul gas, quale è più saporita? Nel periodo in cui viviamo oggi, dove non si fa altro che parlare di cibo sano, dieta mediterranea, ecc. ecc., queste ricette, sono la soluzione ideale e scusate se è poco.  Oramai la gente pensa solo a risparmiare tempo in tutto anche sul mangiare e cosi abbiamo i cibi precotti i surgelati e tante altre schifezze varie. Poche donne di oggi passerebbero quattro, cinque ore e anche più vicino alla cucina come facevano le nostre nonne. La buona cucina è pazienza, poesia, passione, amore sia per la cucina che (sopratutto) per chi usufruirà di tale fatica. Appena possibile, elencherò dettagliandole alcune semplici ricette. Tenete presente che alcune ricette le conosco, altre me le faccio dettare da mia moglie o da mia madre. Provate a replicarle e buon appetito.

1- VERZ AFFUGAT (Zuppa di verze). Ingredienti:- per tre o quattro persone; un cappuccio di verza (di medie dimensioni); tre o quattro pomodori, secondo la dimensione (in mancanza vanno bene anche i pelati); tre spicchi d’aglio; un mazzettino di prezzemolo; tre foglie di alloro (lauro); uno o due peperoncini rossi piccanti; olio d’oliva (che sia buono), 50 grammi circa (meglio di più e non di meno); sale. Preparazione:- staccate una per una le foglie dalla verza e lavatele in acqua fredda corrente; prendete una padella col bordo alto, metteteci dentro circa mezzo litro d’acqua; metteteci dentro la verza; lavate i pomodori, fateli a pezzi (con le mani, non col coltello) aggiungeteli nella padella; aggiungete (intero) l’aglio dopo averlo pulito; lavate e spezzettate il prezzemolo ed aggiungetelo; lavate ed aggiungete le foglie di alloro; aggiungete il peperoncino; aggiungete l’olio d’oliva; mettete un poco di sale. Coprite bene, è lasciate cuocere a fuoco lento per circa mezzora, girare di tanto in tanto (per essere sicuri della cottura provare a pungere con una forchetta la verza), assaggiate, se occorre aggiungete altro sale. Qualcuno penserà, si pero la verza sai che puzza, invece no, provare per credere.

2- RABBICOL AFFUGAT (Zuppa di cime di rape). Ingredienti:- per tre o quattro persone; un kg. di cime di rape; tre o quattro pomodori, secondo la dimensione (in mancanza vanno bene anche i pelati); tre spicchi d’aglio; un mazzettino di prezzemolo; tre foglie di alloro (lauro); uno o due peperoncini rossi piccanti (belli tosti); olio d’oliva (che sia buono), 50 grammi circa (meglio di più e non di meno); sale. Preparazione:- staccate le cime di rape dalle foglie (le foglie più tenere possono essere usate benissimo, basta spezzarle in due) e lavatele in acqua fredda corrente; prendete una padella col bordo alto, metteteci dentro circa mezzo litro d’acqua; metteteci dentro le cime di rape; lavate i pomodori, fateli a pezzi (con le mani, non col coltello) aggiungeteli nella padella; aggiungete (intero) l’aglio dopo averlo pulito; lavate e spezzettate il prezzemolo ed aggiungetelo; lavate ed aggiungete le foglie di alloro; aggiungete il peperoncino; aggiungete l’olio d’oliva; mettete un poco di sale. Coprite bene, è lasciate cuocere a fuoco lento per circa mezzora, girare di tanto in tanto (per essere sicuri della cottura provare a pungere con una forchetta le cime di rape), assaggiate, se occorre aggiungete altro sale. In pratica la preparazione di questi due piatti e identica. N.B. per tutte queste ricette, dove è prevista la foglia d’alloro (copre qualsiasi odore) è indispensabile metterla altrimenti dovete scappare dalla cucina.

3- LI PURPIETT (Le polpette). Le polpette erano un piatto costoso e venivano fatte solo durante le feste o al massimo la domenica. Ingredienti:- per tre o quattro persone (può essere usato come piatto unico); 400 grammi di pane grattugiato, possibilmente pane casareccio; 5-6 uova di gallina; 200 gr. di carne macinata (anticamente si usava la carne di animali da pollaio, comunque va bene qualsiasi carne, la migliore e quella di cavallo); 100 gr. di pecorino stagionato, grattugiato (vanno bene anche altri formaggi, ma perdete di sapore); vino rosso secco, un dito sul fondo di un bicchiere; due o tre spicchi di aglio; cinque o sei rametti di prezzemolo; pepe nero, due o tre pizzicate; sale, la quantità e soggettiva; olio di oliva (e che sia buono), al massimo se volete risparmiare fate meta e meta con l’olio di semi di arachidi, ma ne rimette il gusto. Preparazione:- Per prima cosa lavatevi bene le mani; prendete una coppa capiente in vetro o coccio (mai di metallo o quello schifo di plastica); versate nella coppa il pane grattugiato; pulite l’aglio e spezzettatelo finemente; aggiunte il pepe ed il sale; lavate bene e triturate il prezzemolo (usate solo le foglie) e buttatelo dentro; aggiungete il formaggio; rompete le uova e buttatene il contenuto nella coppa (non i gusci hehehehe); versate il vino; impastate lentamente il tutto ben bene, con le mani, non usate attrezzi di nessun genere, sino ad ottenere un impasto omogeneo, ne troppo duro ne troppo molle, se dovesse essere troppo duro aggiungete un poco d’acqua, meglio un altro uovo, se troppo molle aggiungete un poco di pane; coprite con un panno pulito e lasciate riposare l’impasto per dieci minuti; dopo sempre con le mani cominciate a fare con l’impasto delle palline non troppo grandi (circa la grandezza di una noce), man mano poggiatele in un piatto piano; prendete una padella (non troppo larga altrimenti andate in fallimento) versateci dentro l’olio per un’altezza minima di 5-6 centimetri (ogni tanto va rabboccato), (se avete la griglia per friggere usatela) mettete la padella sulla cucina a fuoco medio, appena l’olio comincia a fumare leggermente, prendete una polpetta e provate a poggiarla senza lasciarla nell’olio, se frigge la potete lasciare, aggiungetene altre sino a che l’olio non è completamente ricoperto (tenete presente che le polpette galleggiano, non devono essere forzate ad andare a fondo), ogni tanto giratele piano piano, quando raggiungono un colore marroncino chiaro (non scuro altrimenti bruciano) sono pronte, levatele (fate scolare bene l’olio) mettetele in un piatto di portata largo, se vi sono briciole nell’olio levatele (altrimenti lo fanno bruciare, se si dovesse bruciare l’olio buttatelo e usate olio nuovo altrimenti viene uno schifo), e andate avanti così fino alla fine. Vanno servite ancora calde. Si possono aggiungere anche nel sugo di pomodoro (naturalmente dopo averle fritte, aggiungetele pochi minuti prima di spegnere il sugo, tenete presente che assorbono come una spugna e si rompono facilmente, il sugo deve essere abbondante altrimenti non ne resta nulla). E buon appetito.

4- LU BACCALE ALL SAMMICHLEN (Baccalà alla sammichelana). Il baccalà era un piatto costoso e come tale veniva fatto solo nei giorni festivi o nel periodo di Quaresima al posto della carne. Ingredienti:- per tre o quattro persone; da 500 gr. ad un kg. (a seconda se volete fare porzioni piccole o meno) di baccalà (per intenderci quello salato); tre o quattro pomodori, secondo la dimensione (in mancanza vanno bene anche i pelati); tre spicchi d’aglio; un mazzettino di prezzemolo; tre foglie di alloro (lauro); uno o due peperoncini rossi piccanti; olio d’oliva (che sia buono), 50 grammi circa (meglio di più e non di meno); sale (se dovesse servire, meglio assaggiare). Preparazione:- tagliate le pinne e la coda del baccalà, e fatene dei pezzetti da 10 cm. quadrati (più o meno), non levate la pelle, mettetelo a bagno in acqua a temperatura ambiente, per il tempo occorrente a dilavare parte del sale, ogni 12 ore cambiate l’acqua, di solito 24 ore bastano, assaggiate un pezzettino, non fatelo diventare scapo altrimenti fa schifo; prendete una padella con coperchio, col bordo basso, metteteci dentro circa mezzo dito d’acqua; metteteci dentro i pezzi del baccalà, con la pelle rivolta verso il basso; lavate i pomodori, fateli a pezzi (con le mani, non col coltello) aggiungeteli nella padella; aggiungete l’aglio dopo averlo pulito e spezzettato con le mani; lavate e spezzettate (sempre con le mani) il prezzemolo ed aggiungetelo; lavate ed aggiungete le foglie di alloro; aggiungete il peperoncino; aggiungete l’olio d’oliva. Coprite bene, è lasciate cuocere a fuoco lento per circa mezzora, di tanto in tanto smuovete un poco i pezzi, non girateli (per essere sicuri della cottura provare a pungere con una forchetta se spappola e cotto), assaggiate, se occorre aggiungete un poco di sale, durante la cottura se secca troppo aggiungete un poco d’acqua. Da servire ancora caldo direttamente nel piatto piano, col suo sughetto buono per intingere il pane. E buon appetito.

5- L FAV INT LA PIGNET (Fave secche cotte nella pignata);  C' era un detto in dialetto sammichelano "Fav e paten ingrosson la cap allu wualan", tradotto sarebbe, fave e patate ingrossano la testa del contadino. Le fave sono state uno dei piatti più antichi, più conosciuti e consumati da molte generazioni di San Michele, anzi, ci sono stati periodi, specialmente durante e prima dell’ultima guerra, in cui si potevano dire fortunate quelle famiglie che avevano le fave per potersi sfamare. Le fave sono un piatto molto nutriente e sostanzioso. A saperle cucinare e preparare a dovere è una vera arte ed occorre molta pazienza e dedizione, si possono anche cucinare in una padella sul gas, ma la vera preparazione classica e che ne esalta maggiormente il sapore e nella pignata (vaso in terracotta) vicino al fuoco. Ingredienti:- Mezzo chilo di fave, già pulite dalla buccia (vanno pulite a mano ed a secco, non messe a bagno come fanno alcuni); due o tre patate (per un peso di circa 100-150 grammi; olio di oliva; sale (meglio il sale fino). Preparazione:- Prendete le fave, metterle in un cola pasta e lavarle sotto acqua corrente, prendere una pignata della grandezza giusta, metterci dentro le fave, versarci dentro dell’acqua sino a che copra le fave di 3-4 cm., metterci sopra un coperchio e lasciar stare a mollo per qualche ora. Dopo tale tempo, scolare la prima acqua, aggiungere altra acqua come prima; pelare le patate dopo di che farle a pezzettini, aggiungerle assieme alle fave; rabboccare l’acqua sino a coprire il tutto; mettete la pignata, coperta, vicino al fuoco (non troppo) avvicinatevi attorno dei carboni accesi e aspettate che vada in ebollizione (se occorre schiumare). Con un cucchiaio di legno girate (molto spesso altrimenti attaccano) lentamente il contenuto della pignata, se occorre aggiungete altra acqua, lasciate cucinare (occorrono ore), quando patate e fave sono diventate una purea e non vi sono più granuli sono cotte, levare la pignata dal fuoco (fate attenzione che scotta di brutto, con uno straccio lentamente levare la cenere attaccatasi alla pignata), poggiare la pignata su una base, versateci dentro una abbondante dose di olio di oliva, un poco di sale, girare con energia sino a far miscelare bene le fave con l’olio ed il sale, dopo un pò assaggiate, se occorre aggiungete altro olio o sale, dopo aver ben amalgamato il tutto, versate le fave (occhio a non scottarvi) all’interno di una terrina di coccio o di vetro (non usate quella maledetta schifosissima plastica), (1) girate ancora col cucchiaio di legno, ammucchiate tutto al centro della terrina ed aspettare che si raffreddi un po’, servire ancora calde. Comunque occhio alla dieta le fave sono una bomba calorica.

- (1)- Se vi doveste sbagliare e le fate troppo molli, potete mettere nella coppa dei crostini o del pane casereccio duro (fatto a pezzettini) sopra le fave e proseguite come indicato nella ricetta. Il pane o i costini assorbiranno l'acqua e le fave acquisteranno una certa consistenza. Cambia leggermente il sapore, ma mangiare delle fave che colano fa un po schifo.

Se vi dovessero avanzare delle fave non buttatele sarebbe un reato grave, mettetele in frigo si possono conservare per un paio di giorni. Tirate fuori le fave dal frigo, prendete un recipiente possibilmente di terracotta (il migliore e lu tiest), versateci dentro dell’olio (sempre olio di oliva) aggiungeteci le fave e mettete sul fuoco (fuoco lento, se di legna meglio), girate spesso, fate cuocere sino a che le fave non diventino una specie di crosta, fate raffreddare un poco e mangiarle cosi (dall'interno del recipiente di cottura), una sciccheria.

Prossimamente.

6- PAST E CICIR (Pasta e ceci);

7- PAST E PATEN (Pasta e patate);

 

8- PATEN ADLISSET (Patate lesse). Questa è una ricettina semplice e veloce nella preparazione, ma soprattutto gustosa, sana ed economica (che di questi tempi non è cosa da poco). INGREDIENTI,  4/5 patate a pasta gialla (di grandezza media), (anche di più, dipende dal numero di persone); olio di oliva; sale (fino). PREPARAZIONE, prendete le patate e lavatele bene sotto acqua corrente, poi mettetele in un tegame, mettete acqua fresca sino a coprirle di qualche centimetro, mettere la pentola sul fuoco e fate andare in ebollizione sino alla cottura delle patate, una volta cotte, spegnete la fiamma, lasciate la padella li dove è aspettate che si raffreddi un poco (non gelare), prendete un piatto ed una forchetta, infilzate una patata con la forchetta (cercate di non farla rompere) poggiatela nel piatto e togliete piano piano con le mani la buccia, ripetere l’operazione per tutte le patate (se riuscite a farlo appena spento il fuoco e meglio, le patate rimangono più calde). Prendete una terrina o una coppa in vetro (a fondo tondo), metteteci dentro le patate e date una bella spolverata di sale, poi prendete una forchetta robusta e schiacciate le patate (lo stesso lavoro si potrebbe fare col trita verdure, ma il risultato è una chaccetta schifosa ed immonda, sono più saporite schiacciate con la forchetta, credetemi), dopo aver schiacciato le patate aggiungete una generosa razione di olio di oliva, date un’altra schiacciatina per amalgamare bene l’olio ed assaggiate, se occorre aggiungere altro sale o olio e rimescolare di nuovo. Servire ancora calde, in un piatto fondo (magari scaldato). Si può sentirne meglio il sapore usando dei crostini o dei pezzettini di pane (possibilmente casereccio) per tirare su le patate dal piatto. Buon apetito. 

 

9- MARANGEN CULL’AJJI’ANCUL (Melanzane con l’aglio dentro);

10- SCARCIOPL CHIN (Carciofi ripieni);

11- CALAFFIUR FRITT (Cavolfiore fritto); Ingredienti:- un cavolfiore medio; olio di oliva; 100 gr. di farina; due uova; un bicchiere di vino bianco secco; sale; due foglie di alloro; pepe. Preparazione:- preparare il cavolfiore staccandone i pezzi (non troppo piccoli), lavarlo in acqua corrente, mettere i vari pezzi del cavolfiore all’interno di una pentola, aggiungere un poco di sale, acqua sino a coprirli, mettere dentro le foglie di alloro (servono a levare il cattivo odore), portare la pentola ad ebollizione (il cavolfiore non si deve spappolare, quindi regolarsi con la cottura). Intanto in una terrina capiente, preparate la pastella con la farina, le uova, ed il vino, un pizzico di sale, per chi piace anche un pizzico di pepe, se occorre aggiungete un poco di acqua (non deve essere troppo liquida altrimenti cola via). A cottura del cavolfiore versatelo in un colapasta e lasciate scolare bene tutta l’acqua, l’alloro lo potete buttare via, versate un mezzo litro di olio in una pentola per frittura ed accendete il fuoco, prendete i pezzi del cavolfiore (ad uno ad uno) intingeteli nella pastella affinché ne sia completamente ricoperto dopo di che li potete mettere a friggere, ogni tanto rigirarli piano piano, quando sono dorati levarli dall’olio e metterli in un piatto di portata. Servire ancora caldi, se occorre date una spolverata di sale. Buon appetito.  

 Questo post prosegue in cucina sammichelana 2  http://carolemico.myblog.it/archive/2009/10/23/cucina-sammichelana-cucina-mediterranea.html

  

 Date anche un'occhiata a questo link:- http://carolemico.myblog.it/archive/2009/09/15/zucca-e-zucchini-in-cucina.html

 

lunedì 2 novembre 2009

Il digitale terrestre

Il digitale terrestre. La TV ed il digitale terrestre, sono mesi e mesi se non anni che ci propinano questo tormentone del digitale terrestre, dicono che è un vantaggio sull'analogico, si va bene un vantaggio, ma vantaggio per chi?, c'è la possibilità di avere più canali si forse e l'unico vantaggio per noi (che poi anche qui se vogliamo, i canali sono tanti già ora ma la qualità lascia molto a desiderare, con il digitale quindi non si farà altro che aumentare la TV spazzatura). La qualità del segnale:- il segnale analogico, anche se arrivava poco, con quel poco si riusciva bene o male a continuare a vedere qualche programma che interessava; con il digitale terrestre invece (e lo dico con cognizione di causa, sono anni che ho comprato quel maledetto apparecchietto, ero convinto che sarebbero rimaste entrambe le modalità) appena il segnale si abbassa un poco si cominciano a vedere i classici quadretti vaganti per lo schermo (non c'è cosa che mi fa imbestialire di più di questo, preferisco quando sparisce completamente il quadro), allora per continuare a vedere la TV tocca passare per forza sull'analogico che torno a ripetere bene o male si vede quasi sempre. Ma analizziamo la cosa più importante, faccio un esempio (un po scemo ma calzante):- io come tanti altri abbiamo l'autovettura che va a benzina, dall'oggi al domani tirano fuori una legge la quale dice che le autovetture a benzina non devono essere più usate, si possono usare solo quelle a gas o a gasolio, io che me ne faccio della mia auto, la butto via o mi devo fare l'impianto a gas o devo comprarne una nuova, ma perché devo essere io a pagare?. Ecco questo potrebbe essere il vantaggio l'auto o l'impianto a gas, si ma il vantaggio a favore di chi, non certo vantaggio mio?. Mi spiego meglio, se scompare l'analogico ed esiste solo il digitale satellitare, tutti i vecchi televisori che fine fanno?, per poterli continuare ad usare bisogna acquistare un apparecchio esterno o comprarsi un nuovo televisore. Chi ci guadagna? E, come diceva Toto, e io pago.

Altra cosa importante, mica ho chiesto io di passare al digitale terrestre, allora perché mi devo comprare io l'apparecchio per passare al digitale (tassa sopra tassa, già tocca pagare il canone), e se io non avessi i soldi per comprarmi l'apparecchio o un nuovo televisore?, mica mi pare giusto.

Esempio, alcuni anni fa (se ricordo bene inizio anni 80), due grosse case costruttrici di macchine fotografiche (molto note) ebbero un alterco per una macchina fotografica istantanea, una delle due case avrebbe copiata l'altra e fu perciò condannata a cambiare a proprie spese tutte le macchine fotografiche dei clienti. Tra quei clienti c'ero anche io.

Ecco cosi, voi avete fatto l'inguacchio, voi cambiatemi a vostre spese il televisore o datemi gratis l'apparecchio per il digitale terrestre. Dico bene?, ho ragione o sbaglio? 

ATTENZIONE, un'altra presa per il culo è l'antenna per il digitale non serve nessuna antenna per il digitale terestre, non fatevi fregare. Alcuni giorni fa ho messo un altro televisore in casa cosi ho dovuto mettere un'altra antenna, visto che dovevo comprarla ne ho comprata una per il digitale terrestre convinto che la ricezione migliorasse, invece alla prova dei fatti, sia con la vecchia antenna che con la nuova non cambia assoltamente nulla. Ero convinto di vedere male il digitale terrestre con la vecchia antenna, invece mi sono accorto che cio che dava fastidio era solo l'amplificatore di antenna, levato l'amplificatore  sull'antenna e l'alimentatore vicino al televisore, mi sono reso conto che avrei potuto risparmiare un po di soldi comprando una delle vecchie antenne che costano molto meno di quelle per il digitale terrestre. Di conseguenza a meno che la vostra antenna non è proprio da buttare non comprate o non fatevi installare un'antenna per il digitale e solo un altro modo per fregarci dei soldi.

E se fosse vero? Cosa stanno combinando alle nostre spalle? Leggete questi due articoli trovati sul web.

 In USA una proposta di legge USA potrebbe decretare la fine della TV analogica. Scritto da Massimo Mazza il 12-05-2006 ore 01:07Ha suscitato molto rumore una recente proposta presentata in USA, al Senato, la quale, rispolverando un vecchio Communication Act del 1934, rischierebbe di mettere paletti seri alle comunicazioni radio e TV broadcasting, imporrebbe l'identificabilità di tutto il traffico VoIP e rischierebbe di far effettivamente sparire la vecchia TV analogica nel giro di un anno. Il documento di 135 pagine è intitolato Communications, Choice, and Broadband Deployment Act of 2006. Tale proposta deve essere ovviamente ancora dibattuta prima che divenga effettivamente legge, ma le sue implicazioni appaiono già fin d'ora notevoli. Una proposta riguarda il cosiddetto Content e broadcast flag: essenzialmente consiste nell'imporre l'utilizzo di segnalatori (broadcast flag) nelle portanti radio, per consentire alle apparecchiature predisposte di riconoscere e bloccare contenuti non autorizzati. Il disegno legge vorrebbe inoltre aggiungere altre due imposizioni alla conversione totale della TV da analogica a digitale, processo che ha come deadline il 17 febbraio 2009. La prima impone di avvertire chiaramente l'acquirente di una TV analogica, che essa, in quanto tale, avrà bisogno di un apposito convertitore se si desidererà ricevere le nuove trasmissioni digitali. La seconda prescrizione è più seria e rischia effettivamente di sconvolgere il mercato tv analogico. Essa recita testualmente cosi: "It is unlawful to sell, or offer for sale, at retail after March 1, 2007, a television set with a picture screen 13 inches or greater in size (measured diagonally) unless that television set is equipped with a tuner capable of receiving and decoding digital signals". Una tale misura, se approvata, rischierebbe in pratica di eliminare completamente dal mercato TV analogici con schermo superiore ai 13 pollici. Per il VoIP, come già detto in precedenza, la proposta presentata al Senato richiede che tutto il traffico transitante su VoIP sia completamente identificabile in ogni sua parte, inclusa l'identità di mittente e destinatario, l'identità del provider ecc. E' abbastanza ovvio che una tale proposta è di difficile applicazione, dato che già in precedenza molti esperti del settore hanno descritto come sia complesso bloccare il traffico VoIP di server come Skype. Tratto da www.programmazione.it/

 DIGITALE TERRESTE: ECCO PERCHÉ - UN ESEMPIO DI PROTOGOVERNO MONDIALE. Fonte web (...) Vi siete mai domandati perchè la TV, da analogica, cioè  captante onde che navigano nell'aria, passa al digitale terrestre? E questo in modo obbligatorio, e ampiamente pubblicizzato? Per darci immagini migliori e più canali, dicono quelli che credono che i poteri globali agiscano nel nostro interesse di piccoli uomini. Perché lo vuole Berlusconi, diranno gli ossessionati dal Salame. Invece ecco cosa ha rivelato Patrick Redmond, un canadese che è stato alto dirigente della IBM per 31 anni, prima di andare in pensione: il passaggio dall'analogico al digitale è stato deciso per liberare frequenze per l'uso dei RFID chips (1). Questi chips (la sigla significa Radio Frequency Identification Devices) sono micro-circuiti elettronici  sempre più diffusi. Sono nei nuovi passaporti, nelle carte di credito e tessere sanitarie. In Canada e in USA li hanno inseriti senza dirlo nelle targhe delle auto, li usano per marchiare le merci nei supermercati. Li cominciano a mettere nei vestiti, ci marchiano tutti gli animali di allevamento e tutti gli animali da compagnia, così non li perdiamo (pensano sempre a noi, lorsignori). Alcuni sono «attivi», ossia hanno una fonte d'energia e un'antenna che manda un segnale costante, che apparecchi elettronici di lettura, ovunque posizionati (e noi non sappiamo dove) possono leggere. Sicchè lorsignori sanno in ogni momento dove siamo, cosa facciamo, cosa compriamo. Ci possono contare quanti siamo, in un dato  momento, a vedere un film, il che è utile per i pubblicitari. Ci vedono quando passiamo un confine, quando andiamo in banca, o con quale amante stiamo copulando. Ovviamente, chi  legge il chips attivo che ci portiamo addosso senza saperlo, ha accesso ai nostri dati medici, ci può fare il profilo come consumatori, viaggiatori o clienti. E può anche clonare la nostra identità elettronica per mingere il nostro conto corrente. «L'uso crescente di RFID  necessita di un maggiore e crescente uso della banda UBF-UHF», scrive Redmond: «Non vogliono (chi?) che i segnali di questi chips vengano disturbati dai segnali televisivi, così sono i chips che si prendono le frequenze analogiche. Esse saranno vendute a primarie aziende e altri gruppi  interessati. Tutte le frequenze saranno abbandonate dalla TV entro il 2009». Il massimo produttore di chips RFID è VeriChips di Florida, una filiale della Applied Digital Solutions, che nel suo sito vanta siti impiantabili nel corpo umano, «sotto il tricipite del braccio destro di un individuo. Una volta «interrogato» alla giusta frequenza, il chip risponde con un numero a 16 cifre che identifica in modo unico il portatore, per controllarne l'identità, accedere ai suoi dati medici  eccetera». In quell'eccetera c'è l'accesso ai vostri dati bancari, fiscali, e al vostro profilo come consumatori (avete comprato merci dotate di RFID chisp), come viaggiatori (avete un passaporto attivo in tasca), come esseri viventi. Il chips è già stato impiantato a malati di Alzheimer in diversi ospedali, così non li perdono se  vagolano in giro. Costa solo 200 dollari. Dice Redmond che presto saranno inseriti nei bambini, «e  la soluzione sarà promossa dai media, come mezzo per proteggerli meglio». Poi toccherà ai militari, ai detenuti, ai lavoratori, ai pensionati - il pretesto sarà trovato via via, e sempre i media promuoveranno l'idea: è per il vostro bene, per la vostra sicurezza. E avete pure il digitale terrestre, tanti canali in più, alta definizione... Come Bankitalia, «loro» non fanno che pensare a noi. Una cosa mi preoccupa: la Applied  Digital Solutions, padrona di VeriChips, ha cambiato nome. Adesso si chiama Digital Angel corporation. Angelo dell'Apocalisse? Domando solo. Tratto da http://www.parrocchie.it/

sabato 31 ottobre 2009

La morte

Riciclo questo mio post sempre attuale.

Hall.jpg 

Oggi, in occasione della festa di Halloween, che poi se vogliamo in origine questa non era altro che Hall1.jpguna patetica imitazione del nostro carnevale, col tempo ci è ritornato addosso e subito come al solito c’è stato chi ne a saputo approfittare facendo soldi alla faccia nostra, amen. Quando arriverà

                         Per continuare a leggere, clicca qui>la morte.doc 

venerdì 23 ottobre 2009

cucina sammichelana 2

Questo post e il seguito di:  http://carolemico.myblog.it/archive/2008/12/15/cucina-sammichelana.html

LA CUCINA SAMMICHELANA, OSSIA LA VERA CUCINA MEDITERRANEA  2

 

12   ALIJI ALLA CONZ. Le “aliji alla conz”, tradotto in italiano sarebbe olive alla malta, ma questa traduzione è un po’ empirica, continuando a leggere capirete perché alla conz. Questo tipo di olive è una tradizione antichissima, come tutte le ricette mediterranee, erano tramandate da madre a figlia. Sono ottime come antipasto, anticamente venivano usate come fuori pasto e come accompagnamento per mangiare il pane e bere un buon bicchiere di vino, non erano niente  male. Le olive usate sono una qualità che in dialetto vengono chiamate “aliji corn” (olive corna), sinceramente non conosco il nome in italiano, hanno la forma leggermente ricurva, da li il nome, comunque va bene qualunque tipo di oliva (non troppo grosse), però le aliji corna sono le più indicate. Veniamo alla preparazione (preparazione molto lunga ma ne vale la pena per ottenere un prodotto da oscar). Ingredienti:- un kg. di olive verdi (non mature) sane senza punture di vermi o macchie e non raggrinzite; un kg. di cenere di legna (va finemente setacciata per eliminare impurità); 100 gr. di calce in polvere; alcuni rametti di mirto (senza i frutti o fiori); alcune foglie di arancio; alcune foglie di limone; alcune foglie di alloro; sale quanto basta. Per una dose maggiore rispettare le proporzioni. Preparazione:- munitevi di un paio di guanti in lattice o gomma, in una capiente bacinella in plastica, versare la cenere dopo averla setacciata, mischiarla con la calce in polvere, aggiungere acqua e miscelare sino a farne un impasto (non troppo duro ne troppo molle, da qui il nome conz), lavare in acqua corrente le olive scolarle e versarle in questo impasto mescolare il tutto acche le olive vengano ben inglobate, spolverare sopra un pò di cenere affinché tutte le olive siano coperte. Coprire con un panno sottile per evitare che insetti o altro vadano a finire dentro e lasciare cosi per almeno un paio di giorni. Dopo due giorni andate a controllare, sopra la superficie dell’impasto si dovrebbe essere creato un liquido rossastro, se non è avvenuto lasciate riposare ancora, quando questo liquido è presente, prendete un’oliva e lavatela sotto acqua corrente, controllate se la polpa si stacca facilmente dal nocciolo è contemporaneamente assaggiate se l’amaro dell’oliva e sparita, se è ancora amara lasciate riposare altro tempo. Quando ritenete che l’amaro è sparito, versate l’impasto (anche un poco alla volta) il un colapasta è fate dilavare la cenere e la calce in modo che rimangano solo le olive, sciacquare bene olive e bacinella, riversare le olive nella bacinella e mettere acqua fresca sino a coprire le olive, cambiare l’acqua ogni tanto fino a che non sia sparito il sentore di calce e cenere e il colore rossastro.

Quanto ritenete che le olive siano pronte, prendete una pentola di acciaio capiente, lavate sotto acqua corrente il mirto e le varie foglie (più ne mettete più e forte l'aroma) e mettetele nella pentola assieme ad un pugno di sale, aggiungete quattro o cinque litri di  acqua (dipende dalla quantita di olive), coprire e portare a ebollizione per qualche minuto, lasciare raffreddare nella stessa pentola (sentirete un odore che è una sinfonia) controllare che sia ben salato altrimenti le olive diventato molli e si potrebbero rovinare.

Scolare bene le olive nel solito colapasta, mettetele in dei recipienti di vetro col coperchio a vite (non riempire sino all’orlo lasciare qualche centimetro) prendete l’infuso e versatelo sopra le olive sino a coprirle completamente, mettere il coperchio (date una leggera agitata o girateli sotto sopra in modo che l’infuso vada dappertutto, se il livello di dovesse abbassare aggiungete altro infuso)  lasciare riposare per almeno un paio di settimane (l’ideale sarebbe aspettare un mese, ma si sa non vedo l’ora di provare).

Ricordatevi che le olive devono essere sempre molto salate, altrimenti diventano molliccie e/o possono rovinarsi, insomma è il sale che aiuta a conservarle.

Provate e vedrete che bontà.

Le stesse olive (specie quelle commerciali) vengono preparate con la soda caustica, ma rimangono sempre amare è soprattutto non hanno quest’aroma.

 

 13  ALIJI NER CULL’ACQU. (Che poi sarebbe Olive nere in salamoia). Anche questo tipo di preparazione delle olive nere, discende dalla notte dei tempi, dall’esperienza dei nostri nonni, anzi le nostre nonne. Sono le classiche olive buone per la pizza, la focaccia, la pizzaiola e da mangiare come antipasto o cosi per sfizio, ottime per accompagnare il vino rosso. Modo molto più facile di preparazione ma  dal risultato non meno gustoso. Ingredienti:- olive nere, per il quantitativo fate voi  (le olive usate e le più indicate in dialetto sono chiamate “ olive dolci ”, una qualità molto meno amara delle altre, comunque si può usare qualsiasi tipo di oliva) ben mature e sane (senza punture o macchie varie); sale grosso;  buccia di arancia; foglie di alloro (in una cucina che rispetti non devono mai mancare). Preparazione:- Lavare le olive in acqua corrente; prendere una pentola di acciaio (o un recipiente di vetro) capiente, sciogliete dentro una manciata di sale, aggiungere le olive e rabboccare l’acqua sino a coprire mettete sopra la pentola il coperchio e lasciate stare per una giornata, poi scolare tutta l’acqua e assaggiate un’oliva se è ancora amara ripetere l’operazione sino a che non risultino abbastanza dolci; quando ritenete che le olive siano buone, prendete dei recipienti di vetro con chiusura a tappo, versateci dentro le olive (lasciare sempre un poco di spazio), metteteci una grossa manciata di sale, lavate bene ed aggiungeteci qualche pezzo di buccia di arancia e due o tre foglie di alloro (dopo averle lavate ovviamente), riempite di acqua quasi fino all’orlo (deve coprire completamente tutto altrimenti le olive che restano fuori possono rovinarsi), tappate e date una agitata in modo che il sale giri all’interno. Lasciate riposare per qualche giorno, riaprire il contenitore ed assaggiate l’acqua deve essere molto salata (se occorre aggiungete altro sale) altrimenti le olive diventano molli. Lasciate riposare sino a che l’acqua diventi completamente nera (il sale penetrando nell’oliva espelle il nero).

Ricordatevi che le olive devono essere sempre molto salate, altrimenti diventano molliccie e/o possono rovinarsi, insomma è il sale che aiuta a conservarle.

 

 14   ALIJI SALET. Olive sotto sale. Anche questa semplicissima ricetta e vecchissima ed è diffusa un po’ ovunque. Ingredienti:-  olive nere, al solito il quantitativo e soggettivo, (le olive usate e le più indicate in dialetto sono chiamate “ olive dolci ”, una qualità molto meno amara delle altre, comunque si può usare qualsiasi tipo di oliva) ben mature e sane (senza punture o macchie varie); sale  (grosso o fino non ha importanza). Preparazione:- Lavate le olive in acqua corrente, scolatele bene, mettetele nel solito recipiente di vetro col tappo, versateci una grossa manciata di sale, tappate e date la solita agitata in modo che il sale vada a contatto con tutte le olive. Lasciate riposare per qualche tempo (ogni tanto e bene dargli una agitatina). Col passare dei giorni sul fondo del recipiente si potrebbe depositare un liquido nero rossastro, non preoccupatevi e normale è l’effetto del sale, potete lasciarlo o scolarlo e indifferente. Dopo una decina di giorni assaggiate se occorre aggiungete altro sale e rimescolare di nuovo.

Ricordatevi che le olive devono essere sempre molto salate, altrimenti diventano molliccie e/o possono rovinarsi, insomma è il sale che aiuta a conservarle.

 

Non finisce qui appena posso aggiungerò altro. Ciao

 

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